100 castelli di Sardegna, la storia in digitale
100 castelli porta alla luce il volto di re e regine della storia sarda, quattrocento anni di illustri personaggi illuminati dalla scena internazionale. Sa reggia, società cooperativa responsabile dell’idea, dal castello di Burgos con un proprio progetto ha ottenuto un finanziamento a valere sulle risorse POR Sardegna 2014-2020 Azione Culturlab; in collaborazione con l\'università di Sassari, chiama a raccolta un team di esperti per dar forma a un’avventura dai confini davvero avveniristici.
«Dal 1100 al 1473 il numero di personaggi storici è incredibile - spiega Antonello Bichiri, ideatore del progetto - i turisti dei castelli non riescono a tenerne il conto. Con le sole narrazioni orali delle nostre guide turistiche, seppur preparare e coinvolgenti, diventa complicato seguire la successione di eventi e personaggi. Le dinastie si sovrappongono e le figure perdono la loro identità oppure finiscono per essere collocate nei momenti storici più sbagliati. Così un giorno nell’organizzazione delle visite per i ragazzi mi sono accorto che con l’aiuto di sagome di cartone, qualcosa di meglio si poteva ottenere: il gioco consiste nel dare un volto su cui appoggiare numeri e vicende».
La realtà aumentata a servizio della storia
La recente tecnologia della realtà aumentata o AR, augmented reality, arricchisce la realtà con una serie di informazioni che sovrappone a ciò che siamo in grado di vedere, quindi aggiunge elementi multimediali in realtà inesistenti e ci consente di vivere un’esperienza interattiva. Non è solo ciò che vedono gli occhi davanti al loro campo visivo, ciò che accade nella realtà aumentata è l’esperienza umana che si serve di dispositivi tecnologici, come smartphone e tablet, con i quali è possibile interagire con la nostra realtà osservando elementi virtuali.
La realtà virtuale o VR, virtual reality, invece crea uno spazio che non esiste da nessun’altra parte se non nella realtà a cui appartiene. È una tecnologia che, combinando dispositivi hardware e software tra loro, crea un mondo totalmente nuovo all’interno del quale ci si può liberamente muovere. Simula una realtà, la costruisce al computer e ne nasce un mondo astratto e tridimensionale.
Quindi, mentre nel caso della realtà aumentata è il mondo virtuale a entrare in quello reale, nel caso della realtà virtuale siamo noi ad entrare in uno spazio che è in grado di apparire reale. E, come in questo caso, le esperienze sono totalizzanti e vengono impartite come vere e proprie lezioni dall’inaspettata dirompenza. E nel progetto 100 castelli in qualche modo ricorda Troia il cavallo dove verrà sistemata la regina Adelasia di Torres, perché diventa il simbolo di un nuovo insediamento tra due piani fino a ieri inconciliabili.
Il team
Luca Sanna, archeologo, con lo storico Pierluigi Piludu guidano il team di lavoro che integra due tecnologie, quella virtuale e quella aumentata, spesso accostate e ancor più spesso confuse «È la prima volta che si affronta un progetto in questi termini - spiega Piludu - e con un numero scarsissimo di documenti a disposizione per la ricostruzione in tridimensionale. Per Gonario II di Torres, personaggio che rinunciando alle sue ricchezze sembra davvero lasciare la staffetta a San Francesco, abbiamo poche immagini. Mentre per Mariano IV, giudice d’Arborea, abbiamo un’unica icona in posizione di preghiera, una sola ma molto chiara».
Antonio Deiana è alla cura della redazione del progetto e ne coordina le azioni esecutive: «Nel contesto di valorizzazione delle risorse identitarie - precisa Antonio Deiana - la mostra diventerà itinerante e, messa in condivisione con strumenti multimediali, dal castello di Burgos sarà esportata ad altre realtà».
La storia e i suoi protagonisti
Una ricostruzione di abiti e sembianze che non è solo storica ma si estende anche ai temperamenti e ai tratti del carattere di ciascun personaggio. Trasferita su manichini da storici dell’arte, archivisti e da uno staff di addetti ai lavori, tale creazione costituisce la traccia che verrà digitalizzata e resa accessibile anche ai non vedenti per poi essere presentata sulle principali piattaforme e nei canali social. Un nuovo modo di acquisire e processare le informazioni che, grazie alle capacità mentali e ai cinque sensi, non va a collassare sul nostro sistema cognitivo ma lo agevola tramite processi di semplificazione. Ecco che i vestiti e volti dei sovrani appaiono oggettivati in una sintesi che aumenta il carico di nozioni che il cervello umano è in grado di acquisire.
Con l’efficacia reale di due tecnologie affini in un’unica esperienza ci si sgancia da didascaliche cronologie per lanciarsi nel singolare iperspazio che la storia sa mostrare.
Anna Maria Turra