Abissi di silenzio, la mostra sul film Banditi a Orgosolo
Prima di parlare della mostra Abissi di silenzio dedicata a Banditi a Orgosolo, è giusto citare due parole di un regista particolarmente affermato nel cinema americano. L’autore, diversi anni fa, ricevette dai suoi produttori alcune copie di documentari diretti da Vittorio De Seta tra il 1954 e il 1958, girati in 35mm.
Scorsese e De Seta, racconti leggendari
Martin Scorsese ricorda perfettamente le sensazioni provate durante la visione di questi lavori, che avevano già cominciato a riecheggiare oltreoceano senza però aver avuto la prova della loro esistenza. «Avevo sentito parlare dei suoi documentari come accade per i luoghi leggendari. De Seta stesso era una figura leggendaria e misteriosa. Ricordo distintamente di aver assistito alla proiezione di “Banditi” al New York Film Festival all’inizio degli anni Sessanta. Uno dei film più insoliti e straordinari che avessi mai visto». Le parole di Scorsese vengono spese in occasione della presentazione della versione restaurata del film al festival di Venezia. Un luogo simbolo, essendo stato proprio il Lido l’inizio della traversata di Banditi a Orgosolo, in concorso alla 22ª Mostra internazionale d\'arte cinematografica di Venezia. Da lì il racconto di De Seta non si è più arrestato, arrivando persino nella Grande Mela fulminando il regista di Taxi Driver, che non usò mezzi termini nel definirlo un capolavoro.
La mostra dedicata a Banditi a Orgosolo
Proprio in questi giorni il regista viene omaggiato con la mostra fotografica dal titolo Abissi di silenzio. Immagini dal film Banditi a Orgosolo, Vittorio De Seta, 1961, curato da Antioco Floris e Antonello Zanda. Come nel caso di Venezia di qualche anno fa, questo evento cade in un momento importante, l’anniversario della sua uscita avvenuta sessant’anni fa. La prima tappa avrà luogo a Cagliari dal 26 maggio al 30 giugno, dove l’esposizione sarà accolta all’interno della sede della Fondazione di Sardegna. Una volta terminato questo primo giro, la mostra proseguirà il suo percorso fino a Nuoro, che l’ospiterà al Museo del costume dal 9 luglio al 15 agosto.
Banditi a Orgosolo e la Sardegna
L’importanza di questo film è riconosciuta da tutti i cultori del cinema internazionale. Vittorio De Seta ha sempre cercato di mostrare uno spaccato sociale ben definito, a partire da quei documentari girati in Sicilia che si riferiscono alla vita dei pescatori o che si riferiscono ad alcuni momenti della classe operaia. Il focus è sempre stato verso la vita dei più umili, e non è cambiato quando decide di passare alla finzione (se così si può definire) con Banditi a Orgosolo. La messa in scena è pur sempre frutto di una sceneggiatura, ma l’autore, pur di rimanere fedele alla vita sociale dei pastori barbaricini, l’ha sempre messo in discussione seguendo gli spunti che gli arrivavano direttamente dai protagonisti del film. «Il capolavoro di De Seta - afferma il direttore della Cineteca Sarda, Antonello Zanda - è un pilastro ineludibile, in quanto segna un punto fermo nella rappresentazione culturale della nostra isola e della nostra storia», ben ritratta dalla lente che lo ha sempre contraddistinto come documentarista.
Tutto questo è visibile da questa ricca selezione di immagini, che spaziano dai fotogrammi alle foto di scena, che da sole riflettono quanto descritto durante la lavorazione del film tra gli anni Cinquanta e Sessanta, con uno sguardo attento rivolto alla realtà senza filtri.
«Di Banditi a Orgosolo - conclude Antioco Floris, curatore della mostra - è sempre stata particolarmente apprezzata la fotografia molto curata tanto che i singoli fotogrammi sembra possano avere una vita autonoma. Per questo motivo è sembrato naturale presentarli in un percorso espositivo che potesse dare un senso ulteriore al racconto della Barbagia fatto da De Seta».
Riccardo Lo Re