Addio a Max Conteddu, il poeta guerriero che aveva conquistato i social
Max Conteddu se n\'è andato. A portarselo via, a 38 anni, è stato un tumore al cervello. Aveva imparato ad affrontare la malattia con le armi del sorriso e dell\'ironia. Così sul suo profilo Twitter aveva raccontato, passo dopo passo, il terribile male che lo stava pian piano divorando. Con i suoi tweet e le sue foto, scattate sul letto di un ospedale, alla fine aveva conquistato il web, fino a riuscire a superare il muro dei 40mila follower. Uno dei post più belli risale a pochi giorni fa: «Tenete in tasca un po\' di sole. Ne avrete bisogno quando farà buio nella vostra vita». Di frasi come questa il giovane di Siniscola, comunque, ne aveva scritte tantissime, tanto da meritare l\'appellativo di «poeta guerriero».
Blogger e influncer, Max Conteddu, fondatore dell\'associazione politico-culturale Kaboom, è morto dopo una devastante malattia scoperta solo pochi mesi fa. La sua scomparsa, di cui ne hanno parlato anche le maggiori testate nazionali, ha gettato nello sconforto anche le persone che non lo conoscevano personalmente.
Perché con le sue parole e con il suo sorriso il giovane siniscolese, nonostante lo stato avanzato della malattia, riusciva comunque a trasmettere serenità e voglia di vivere. «Senza l\'amore manca tutto. Ma qui a casa ce n\'è tanto per guarire. Lo usero tutto» aveva scritto il 3 febbraio.
Invece alcuni giorni prima, insieme a una foto che lo ritraeva con una mascherina appiccicata al volto, aveva postato una frase che aveva strappato più di un sorriso: «No, non sono in aereo, sto lottando per restare qui con voi». A dicembre Max Conteddu aveva invece risposto a chi aveva paragonato la sua storia a quella di Nadia Toffa, la conduttrice delle Iene purtroppo pure lei morta di tumore lo scorso agosto: «Chiariamoci una volta per tutte: lei definì il tumore come un dono, perché le aveva fatto aprire gli occhi. Ma io gli occhi li avevo già aperti prima di questo intruso. Non è un dono, è una maledizione. Nadia, resti comunque una guerriera».
Dario Budroni