Adelasia di Torres, regina di Sardegna
La storia ci consegna Adelasia di Torres come una donna in balia degli eventi e, se per alcuni è semplicemente Adelasia, la regina di Sardegna vissuta nel castello di Burgos è diventata un’icona medievale. Eppure, la giudicessa che a prima vista appare sfortunata, la sposa bambina che in molti si ostinano a definire fragile, è una donna che smonta i destini dando corso a una vita sulla base essenzialmente del proprio desiderio. Il che risulta essere una tra le maggiori lezioni di straordinaria attualità. Fu la prima donna in assoluto in Europa a ottenere il titolo di regina esercitando il suo potere su ben 52 castelli in Sardegna.
La storia
Nel Medioevo il Logudoro era uno stato sovrano e indipendente che comprendeva le attuali province di Sassari, parte di Nuoro e della provincia di Olbia Tempio. Adelasia nasce nel 1207 e su pressione del padre sposa a soli dodici anni Ubaldo Visconti per porre in salvo le sorti di un’isola dilaniata dai conflitti tra i giudicati agitati a loro volta dalle repubbliche marinare. Anche Ubaldo è dodicenne, figlio di Lamberto re di Gallura, viene designato consorte per sedare gli aspri conflitti tra i regni confinanti e soprattutto tra Genova e Pisa per il controllo del Nord Sardegna. Ma il papa Onorio III, contrario e preoccupato dello strapotere che questa unione poteva rappresentare, invia immediatamente e senza alcun successo un emissario per l’annullamento.
Il regno di Adelasia
Adelasia resta vedova e diventa la regnante più importante dell’Isola quando Gregorio IX, preoccupato del potere dei Visconti, chiede il riconoscimento della signoria feudale sul giudicato e sui possedimenti che per diritto ereditario le appartenevano sia in Sardegna sia in Corsica. Ancora una volta l’indomita sovrana si concede il lusso di trasgredire gli ordini papali, che la pretenderebbero sposa di Guelfo dei Porcari, per unirsi in matrimonio con il figlio di Federico II imperatore di Svevia, il giovanissimo Enzo di vent’anni più giovane di lei. Insieme si guadagnano la scomunica e governano l’isola ma ben presto il matrimonio si rivela ricco di incomprensioni. Enzo per chiedere la mano della vedova Adelasia, le dedica il sonetto di Jacopo da Lentini, poeta e notaio dell\'imperatore, che celebra le doti di donna e sovrana svelando ai giorni nostri tutto il suo carisma. Adelasia, che in seguito ottiene dal Papa la revoca della scomunica unitamente al divorzio per abbandono del consorte e per adulterio, dapprima viene completamente assoggettata al fascino vichingo di Enzo ma poi lui viene imprigionato. Sembra che la sovrana si sia messa col suo portavoce una volta appurato che il suo biondissimo amore dal carcere non sarebbe mai più uscito.
La leggenda
Da quel momento la leggenda ha il sopravvento sulla storia che tuttavia riemerge netta nell’Inferno di Dante al XII canto; tra i barattieri troviamo infatti Barisone III di Torres, fratello di Adelasia, giovane giudice vittima di un complotto che lo vuole assassinato a Sassari. Adelasia di Torres si ritira nel castello perdendo ogni potere fino a quando morendo lascia alla Santa Sede l’intero patrimonio ormai praticamente dilapidato mentre il giudicato di Torres venne spartito tra i Doria, i Malaspina e gli Spinola.
Grazia Deledda la descrive come la regina bella e triste in uno stato sovrano dalla singolare conformazione di governo, il giudicato poteva in concreto stipulare trattati internazionali dimostrando tratti di modernità in un orizzonte retrogrado. Si parla infatti di stati non patrimoniali, cioè non di proprietà del sovrano, ma superindividuali, cioè del popolo.
L\'icona
Per Antonello Bichiri presidente di Sa Reggia, la società di servizi che cura il Castello di Burgos, Adelasia di Torres è una presenza reale. «Da guida turistica regionale, provengo da Foresta Burgos paradiso dell’entroterra e museo a cielo aperto, posso dire di aver visto apparire più volte la nota regina sarda negli occhi dei turisti più curiosi. E’ davvero sbalorditivo e, anche se purtroppo i castelli sardi sono quasi tutti ridotti in stato di rudere, i perimetri delle stanze dove lei ha abitato sembrano davvero consegnare intatta la misura di uno straordinario potere femminile tutt’altro che simbolico».
Una barca con il nome di Adelasia di Torres
E di quest’idea è anche Renato Azara, un armatore che nel 2016 compra la barca vincente dell’editore Peppino Giuffrè. Il nome della barca è Low Noise che, ribattezza immediatamente col nome di Adelasia di Torres, in tre anni vince le più grandi regate del Mediterraneo. La prima sfida sarà a Malta e, puntando dritto alla Coppa America, inizia a diffondere il messaggio di un cambiamento possibile oltre che necessario. Oggi il suo studio di immagine nel mondo della vela continua questa rivoluzione, utilizzando il brand Adelasia di Torres muove cose in numerose, imprevedibili e soprattutto misteriose direzioni. «Sogno Adelasia di notte e voglio fortemente far girare nel mondo le conferme che le mie intuizioni ricevono da lei – dice Renato Azara senza mezzi termini – il nostro posto di approdo è la Sardegna, una terra che è sovrana del mare, ha 8000 torri, numerosissime fonti sacre e un’architettura antica sorprendente per competenze che ai tempi non potevano essere possibili. Adelasia racconterà l’intelligenza sarda vittima e figlia di una storia negata, di una civiltà nuragica organizzata come uno dei più moderni trader. Regina dell’abbondanza e della condivisione Adelasia è per me la donna del giudizio, una guida che lavora sul tema del viaggio. Neanch’io volevo crederci ma poi i segni sono stati troppo chiari per continuare ad essere ignorati: non si tratta di sogni ma di energia pura».
In una saga feudale degna di Game of Thrones, Adelasia di Torres regna ancora nel castello di Burgos svelandosi nella sua traiettoria di vita in cui potere e amore si incrociano come spade.
Anna Maria Turra