Alba Rohrwacher «Ogni volta che torno in Sardegna capisco quanto sia speciale»
È stata una delle protagoniste della 79ª edizione della Mostra del cinema di Venezia (31 agosto-10 settembre), dove ha accompagnato Marcia su Roma, dell’irlandese Mark Cousins. Che dice lei, Alba Rohrwacher, «è uno dei miei maestri».
Ha diversi progetti in cantiere. «Un film di Roberta Torre», svela l’attrice. «Inoltre, ho lavorato di nuovo con Ginevra Elkann e con mia sorella Alice», aggiunge a proposito dell’erede Agnelli e della regista di famiglia. Ma in Sardegna è venuta a ritirare l’ennesimo riconoscimento di una carriera ricca di soddisfazioni: il premio Gian Maria Volonté, consegnatole a La Maddalena durante la XIX edizione de La valigia dell’attore, il festival che a Volonté è dedicato e nel quale Rohrwacher ha accompagnato la pellicola I cieli di Alice di Chloé Mazlo. Il festival diretto dalla figlia del grande attore, Giovanna Gravina Volonté. «Ho provato molta emozione e gratitudine per Giovanna, persona straordinaria, per il lavoro che fa, perché tiene vivo questo festival concreto, dove si respira l’amore per il cinema senza distrazioni, dove si parla di cinema e lo si tutela, e perché ha deciso di proiettare il film francese I cieli di Alice, delicato, profondo, attuale, che racconta in maniera originale l’insensatezza della guerra», dice allora Alba.
«E, naturalmente, per il riconoscimento: per me ricevere un premio che porta il nome di Gian Maria Volonté è un onore. Volonté è una fonte di ispirazione inesauribile: è stata una giornata molto speciale». Intanto, ritrovare l’Isola ha sempre il suo perché. «Da bambina venivo in vacanza in Sardegna, e ogni volta che torno capisco quanto sia speciale, sembra sempre di arrivare in un paradiso, e vorrei rimanere più a lungo», spiega la 43enne attrice fiorentina, compagna del regista figlio d’arte (di Maurizio) Saverio Costanzo. Una questione di famiglia, insomma, il cinema per Rohrwacher. Che ha iniziato ad amarlo anche attraverso Volonté. «Di film preferiti tra quelli che ha girato ce ne sono tanti», interviene, «ma quello che ho guardato più volte è Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, e tutto il lavoro con Petri. Peraltro, ho avuto la fortuna di vedere i film proiettati in pellicola, in un cinema, dove ho potuto perdermi nella grandezza del suo talento».
Ce ne fossero, ancora adesso. «Se venisse proiettato oggi nelle sale cinematografiche Todo modo non credo che il pubblico rimarrebbe indifferente», rincara la dose una delle interpreti preferite di Marco Bellocchio, Daniele Luchetti e Paolo Genovese. «Detto questo, non so darmi una risposta sul perché non si facciano più film così, ma credo che ci stia: tutto cambia, è nella natura delle cose, e credo che anche oggi», conclude, «ci sia in Italia un cinema capace di storie nuove, autentiche, spiazzanti e visionarie».
Ilenia Giagnoni