Alla Marina di Porto Cervo arrivano i cestini che puliscono il mare
La Marina di Porto Cervo è sempre più sostenibile. Dopo essere stata nuovamente insignita della Bandiera Blu per gli approdi turistici, il porto della Costa Smeralda dà adesso il benvenuto ai Seabin, i cestini galleggianti progettati per ridurre la quantità di rifiuti in mare. Insomma, è un ulteriore passo verso la tutela dell’ambiente quello appena compiuto dalla Marina di Porto Cervo, che fa parte degli asset di Smeralda Holding, la società italiana controllata dal fondo sovrano Qatar Investment Autorithy e dal 2012 proprietaria di terreni e proprietà immobiliari sul mare lungo la Costa Smeralda.
I cestini Seabin
La Marina di Porto Cervo, gestita da Igy Marinas, uno dei leader mondiali nella guida dei porti turistici di lusso, lo scorso 15 giugno ha dunque installato, lungo le banchine del porto, tre dispositivi Seabin. I cestini, tra l’altro personalizzati con il logo della Marina, sono progettati per raccogliere materie plastiche, soprattutto microplastiche.
E poi ancora gasolio e benzina dalla superficie del mare, con una potenzialità di oltre 500 chili di rifiuti all’anno. Il meccanismo di funzionamento dei Seabin è molto semplice: consistono in contenitori immersi nell’acqua dotati di una pompa in grado di creare una corrente che cattura i rifiuti. Un operatore della Marina di Porto Cervo provvederà alla supervisione, allo svuotamento e al conferimento differenziato di quanto raccolto in acqua. L’intera operazione sarà ripetuta una o più volte al giorno a seconda dello stato di pulizia del mare portuale.
L’ambiente prima di tutto
L’iniziativa della Marina di Porto Cervo è perfettamente in linea con l’approccio alla sostenibilità del Gruppo. La salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, infatti, rappresenta da sempre un impegno primario di Smeralda Holding, che lavora a fianco di istituzioni, cittadini e operatori turistici, non solo per garantire lo sviluppo turistico dell’area in chiave sostenibile ma anche e soprattutto per il benessere del pianeta e delle generazioni future.
Foto copertina di Marcello Chiodino