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Ananda di Stefano Deffenu, il film ritrovato a IsReal
16 Dicembre 2020

Ananda di Stefano Deffenu, il film ritrovato a IsReal


Ananda è un termine che ha un significato particolare per gli induisti. Tocca il concetto di beatitudine, uno stato che può essere raggiunto con lo spirito per mezzo della meditazione. Ma è anche un’antica leggenda, che come tale, fonda le proprie basi sua cultura radicata nel tempo. Stefano Deffenu, attore conosciuto per la sua partecipazione al film Perfidia di Bonifacio Angius (Ovunque proteggimi), ha deciso di andare a fondo a questo mito. E per farlo, ha preso in mano la macchina da presa, e si è diretto verso le cime dell’Himalaya. Dalla Sardegna è partito il viaggio di Ananda, un docufilm che rappresenta la sua opera prima da regista. Un progetto che è stato presentato in occasione di IsReal, il festival del cinema del reale di Nuoro. Una edizione che, come nel caso di altri eventi cinematografici, è stata costretta a svolgersi online dal 2 al 6 dicembre, grazie alla piattaforma di Mymovies.



La forza delle immagini e del reale


Esiste un prima e un dopo Ananda. Quasi si fossero formate due storie differenti. Il racconto nasce dall’esigenza del regista di avventurarsi in un luogo di grande fascino. L’Himalaya è da sempre la meta degli escursionisti degli scalatori, ma per Stefano Deffenu l’obiettivo era di portare avanti una sorta di diario di viaggio. Il linguaggio usato non è quello della scrittura, come i grandi autori dei romanzi di avventura. Il cinema ha questa capacità di imprimere in un’immagine una sensazione, limitando i filtri interpretativi. Ovvio, lo spazio per l’immaginazione non manca, soprattutto quando si tratta di un documentario. Ma la forza raccontata dai paesaggi, dai colori, dalle sfumature, dalle ombre in una scena, rende ancora oggi il cinema uno strumento di forte impatto emotivo.



«Ananda - racconta Deffenu all’Ansa - rappresenta la personale ricerca di una pace interiore che forse non troverò, una ricerca che non si è conclusa col mio ritorno a casa, ma è proseguita per dieci anni in un percorso sofferto e doloroso, che ha trovato la sua catarsi in una commistione di sorrisi e lacrime da un lato e musica e immagini dall\'altro, e quindi divinità, saggi, antichi maestri e fantasmi. Dieci anni che non sono comunque bastati a supplire una tremenda separazione, quella di una presenza che sento sempre camminare di fianco a me».



Il viaggio verso l\'Himalaya


Raggiungere il villaggio di Malana, dove ancora si percepiscono i ricordi di questa tribù di bambini fantasma, non è stato semplice. Un viaggio tortuoso, profondo, che affonda le radici in India, una regione che stava per segnare le sorti dello stesso film.



Ed è qui che entra la seconda storia di Ananda, quella della sua scomparsa. I materiali furono rubati prima di rientrare in Europa, ma solo tre anni più tardi quei filmati riemersero, grazie a un mittente ignoto. Il film, prodotto da Monello Film, è stato poi presentato nella sezione Camineras di IsReal, dedicata alle produzioni originali dell’isola.



I festival digitali


Il cinema, fortunatamente, non si è fermato nonostante le restrizioni. Trasferendosi in rete, i festival hanno trovano un modo per mantenere gli standard e i suoi contenuti. L’assenza della sala, di un’esperienza collettiva, difficilmente si può sostituire con lo schermo di una tv o di un computer. Ma il pregio di questi ultimi mesi si può tradurre in una interazione multicentrica. Non c’è più un singolo luogo, ma si trasferisce verso più centri tra loro interconnessi. Il festival di Nuoro, come Torino, può essere visto in comodità da casa, ed è una modalità che dovrà essere presa in considerazione in futuro, con la possibilità di una edizione ibrida che unisce la sala e le potenzialità della rete.



Riccardo Lo Re


Credits


  • sergey pesterev @unsplash


  • saravanan rajaraman @unsplash


  • benjamin grant @unsplash


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