L’arte sarda alla conquista del mondo
Ognuno con una storia diversa che, a volte si è intrecciata, a volte allontanata. Alla ricerca di quelle emozioni, di quei messaggi da trasmettere e di quella Sardegna da raccontare e racchiudere in opere d’arte. Maria Lai, Costantino Nivola, Giuseppe Biasi, Edina Altara sono tra gli artisti sardi del Novecento che, per motivi diversi, stanno conquistando la curiosità dei critici d’arte, collezionisti e appassionati di tutto il mondo.
Il 4 ottobre del 2018, nella prestigiosa casa d’asta di Londra Christies, un lenzuolo cucito di Maria Lai del 1989 è stato battuto per il valore di 150mila sterline, circa 170mila euro e sempre nella stessa casa d’asta nel 2019 un piccolo libro scultura della Lai è stato assegnato per 100mila sterline, raddoppiando il valore massimo.
Le stesse opere di Giuseppe Biasi sono state vendute da Bonhams, altra prestigiosa casa d’aste, con quotazioni importanti. Ogni volta, poi, che questi artisti vengono proposti nelle mostre all’estero conquistano l’attenzione del grande pubblico. «Nel mese di gennaio scorso abbiamo organizzato negli Stati Uniti alla Cooper Union la mostra \"Nivola in New York: Figure in the Field\" proponendo la storia dei progetti pubblici che lo scultore realizzò in quarant’anni di attività a New York dove aveva vissuto, registrando grande entusiasmo» ha ricordato Giuliana Altea, presidente della Fondazione Nivola.
Stesso discorso per Maria Lai, le cui opere, sono state esposte alla biennale di Venezia nel 2017 e nella rassegna d’arte contemporanea più importante al mondo Documenta ad Atene e a Kassel in Germania. «L’arte di Maria Lai è indirizzata ad una esistenza universale e ad un’umanità vastissima in cui ci si riconosce» sottolinea Maria Sofia Pisu, nipote dell’artista e presidente dell’Archivio Maria Lai. «Di Giuseppe Biasi affascina la bellezza dei suoi quadri che catturano subito lo sguardo, ma soprattutto esaltano la Sardegna degli inizi del secolo scorso, quando era una terra povera che, nelle opere di questo straordinario artista, diventa un paradiso terrestre popolato da nitide figure di donne e di uomini sardi» spiega invece Luigi Angius, collezionista e presidente dell’associazione Articircuito.
Davide Mosca