Auto da film
Cosa sarebbe un film senza inseguimenti, scontri e sfide all\'ultimo respiro? O cosa dire della possibilità di ammirare vetture rare o particolari e chiudendo gli occhi sognare di poterle guidare? Cinema e motori fanno parte dell\'immaginario collettivo tanto da essere un binomio inscindibile. Tra le innumerevoli presenze ne abbiamo selezionate alcune tra le più iconiche.
ALFA ROMEO DUETTO. «Sa usare il cambio a cloche?»
È la rossa vettura guidata da Benjamin Braddock (Dustin Hoffman) nel film “Il laureato” (1968) di Mike Nichols e suggeriva un\'idea di ribellione, gioventù e voglia di fuga. Elegante e sportivissima ha rappresentato visivamente il cambiamento nel modo di intendere le macchine cabriolet. Disegnata da Pininfarina e prodotta dal 1966, l’Alfa Romeo Spider Duetto, soprannominata anche \'osso di seppia\' per la forma, colpiva per la linea bassa quasi rasoterra e la coda che evocava la poppa delle imbarcazioni. Disponibile in diverse motorizzazioni la versione 1.6, scattava da 0 a 100 km/h in 11,5 secondi e toccava i 185 km/h.
ASTON MARTIN DB5 «Un Martini. Shakerato non mescolato»
È stata la compagna a cui James Bond è stato più fedele a partire dal film Goldfinger (1964) diretto da Guy Hamilton Evoluzione della DB4 era una coupè a 2 porte, 2+2 posti, 4000cc di cilindrata, 6 cilindri in linea e 286cv, una moderna trasmissione manuale ZF a 5 rapporti e 3 carburatori SU che la spingevano a oltre 240km/h mentre l\'accelerazione da 0-100 Km/h arriva in 82. Per il raffinato abitacolo si usavano i migliori e più raffinati materiali. La versione per Bond poteva contare anche su altre particolarità, come il sedile passeggere eiettabile e le mitragliatrici...
DELOREAN «Marty, non hai proprio il senso del tempo!»
Portiere ad ali di gabbiano e carrozzeria in acciaio inossidabile non verniciato. È la DeLorean DMC-12 che Marty McFly (Michael J. Fox) e il dottor Emmet \'Doc\' Brown (Christopher Lloyd) usano per spostarsi nel tempo nella trilogia omonima diretto da Robert Zemeckis. Costruita dall\'americana DeLorean Motor dal 1981 al 1983 in 9.200 esemplari, e disegnata da Giorgetto Giugiaro, aveva un V6 di 2,85 litri da 130 cv e 208 Nm di coppia, poteva avere sia trasmissione manuale a 5 rapporti o la classica americana automatica a 3 marce. Scattava da 0 a 100 km/h in 8,8 secondi.
DODGE MONACO SEDAN «Siamo in missione per conto di Dio!» opp «Io li odio i nazisti dell\'Illinois!»
La Blues mobile utilizzata da Elwood e Jack Blues nel film del 1980 “The Blues Brothers” di John Landis era una Dodge Monaco Sedan 440 del 1974, modello in dotazione ai dipartimenti di polizia americani. Sostituiva la precedente Caddy, la Cadillac che Elwood blues ha barattato per un microfono. La Dodge, acquistata a un\'asta della Polizia, come recita Elwood in una delle prime scene della pellicola «È equipaggiata con il Police Package Magnum 440 Squad Car, ha un V8 Chrysler di 7.209 cc in grado di erogare 375 cv, sospensioni irrigidite, carrozzeria rinforzata e paraurti tipo bull bar». Nel film ne sono stati utilizzate 13 diverse, alcune modificate e preparate per le scene di stunt e acrobatiche
ISOTTA FRASCHINI TIPO 8A «Io sono ancora grande. È il cinema che è diventato piccolo»
Macchina estremamente raffinata la Tipo 8 Torpedo era un\'auto di lusso prodotta dal 1924 al 1931 in soli 950 esemplari. Montava un motore 8 cilindri in linea da 7,4 litri, mentre le altre concorrenti sfruttavano l\'architettura a V, 7,4 litri. La cilindrata variava dai 125 ai 160Cv e la velocità massima era di 150 km/h. L\'Isotta Fraschini è stata una delle prime custom car taylor made. Infatti la berlina italiana usciva dalla fabbrica solo telaio e motore, era compito dell\'acquirente completarla, affidandosi a bravi artigiani o il lavoro di prestigiose carrozzerie, come l\'italica Castagna, a cui si deve la realizzazione del modello usato nel film del regista Billy Wilder “Sunset Boulevard - Viale del tramonto” (1950) definito il top di stile e raffinatezza.
MAGGIOLINO «Un uomo saggio disse una volta: \"Quando arrivi all\'ultima pagina, chiudi il libro!\"»
Il primo Typ1 è del 1938 e venne progettato da Ferdinand Porsche su richiesta di Adolf Hitler che voleva un\'utilitaria per facilitare la motorizzazione della Germania, l\'ultimo del 2003. Conosciuto con il soprannome di Maggiolino, divenne un fenomeno di costume soprattutto dell\'allora nascente cultura hippie, ed ebbe l\'apice di vendite nel 1968 quando quando ne furono immatricolati ben 423.008 esemplari, un record nel mercato nordamericano per la Volkswagen. Proprio in quell\'anno fu il co-protagonista del film di Walt Disney “Herbie un maggiolino tutto matto” diretto da Robert Stevenson, diventata poi una serie, rin cui rivela di avere un\'anima e grandi qualità sportive. Il successo della vettura sta nella sua estrema semplicità: trazione al retrotreno e motore, inizialmente di 1192cc arriverà fino ai 1500, raffreddato ad aria con distribuzione ad aste e bilancieri. Curiosità, era ’unica auto di serie al mondo in grado di galleggiare in acqua, seppure per breve tempo, grazie al pianale piatto e al peso contenuto in 845 kg.
FORD B DUECE COUPE 1932 «Ci sono delle cose che devo fare, devo ancora trovare quella bionda»
Il film “American Graffiti” , diretto da George Lucas e uscito nel 1973, è una riflessione sulla gioventù americana degli anni Cinquanta-Sessanta, una pellicola di culto generazionale con una colonna sonora eccezionale. Tra le innumerevoli auto, tutte americane e “pinnate” quella che rimane più impressa è la Ford Coupè 1932 gialla di John, Milner, (Paul LeMat) il meccanico duro “dal cuore tenero”, la classica vettura che i ragazzi compravano per trasformarla in Hot Road. Erano vetture estremamente customizzate, senza parti non ritenute necessarie, come il cofano e motori originali rimpiazzati da altri potenziati. E così si passava da un V8 da 3,6 litri di circa 66 Cv che la spingeva al massimo ai 122km/h a cilindrate simili o superiori con per lo meno il triplo di Hp e velocità molto più sostenute. La particolarità dell\'auto usata in American Graffiti è la targa THX 138 si tratta di una citazione, li sigla si riferisce al titolo del primo lungometraggio di Lucas. Lo stesso modello, ma di colore diverso, da il titolo al brano Little Deuce Coupe, contenuto nell\'omonimo disco inciso dai dei Beach Boys nel 1963.
Fabio Schiavo