Biocene: botanica, arte e biologia in una mostra a Cagliari
Cagliari Urbanfest – Generazioni Metropolitane rappresenta una grande occasione di scoperta. Cultura, arte e scienza si fondono in un festival di arti urbane e visive sulla sostenibilità sociale e ambientale in programma al Temporary Storing della Fondazione per l\'arte Bartoli-Felter. Oltre a temi di stretta attualità rappresentano degli elementi grazie ai quali è possibile sperimentare qualcosa di nuovo. Matteo Ambu e Matteo Tauriello ne sono la dimostrazione vista l’esposizione che hanno preparato per i visitatori sardi. Biocene, così recita il titolo, è una delle tre mostre in programma sull’isola capaci di aprire il nostro sguardo sul mondo che si trova là fuori, davanti a noi.
Ambu e Tauriello stanno lavorando a questo progetto condiviso dal 2021, «con un approccio multidipliscinare» che mette insieme esperienze e conoscenze specifiche di ogni settore. In questa esposizione c’è molto di botanica, e non mancano riferimenti «allo studio del territorio e alla ricerca di materiali biologici e industriali» come affermano le autrici del testo, Ivana Salis e Barbara Catte. A queste sfaccettature legate alla biologia «come i muschi - e a elementi di riciclo - come parti di macchinari di diverso genere, oggettistica, ingranaggi, molle, contenitori, contenuti in teche trasparenti di diverse dimensioni» si aggiungono opere personali che entrano in stretta connessione con i lavori a quattro mani.
Il progetto Biocene sta proprio in questo: essere capaci di osservare il presente con un tocco originale e inedito, «sia per accostamento di ricerca e di stile, sia per l’unicità delle ambientazioni presentate», proseguono i curatori. Ambu e Tauriello sono riusciti a mettere in scena, «secondo un principio predittivo decadente, le rovine dei nostri tempi e dei nostri luoghi. Miniature di città perdute, immerse nella natura che ha deciso di riprendersi i suoi spazi, e abbandonate a se stesse senza una civiltà che le protegga, avendo esaurito le risorse offerte dalla Terra. Come le grandi comunità del passato, gli uomini della nostra era, quella dell’Antropocene, sono destinati a fermare la loro espansione e ad lasciare indietro i modelli costruiti e portati avanti nel tempo». Per questo gli autori immaginano un passaggio a un’era di «ritorno alla natura, ecologica e simbiosi con la natura e i suoi ritmi». Il Biocene, come emerge nella mostra, dove alberi e animali possono essere liberi di esprimersi, senza il controllo umano, rispettati come tutte le altre forme di vita preesistenti.
Riccardo Lo Re