Birre artigianali, l’eccellenza in Sardegna
Quando si pensa alla Sardegna i primi pensieri vanno dai prodotti caseari al vino. Il Vermentino Docg fa ovviamente da apripista a un settore vitivinicolo di assoluta qualità. Vero. Ma sarebbe ingiusto fermarsi qui. Basta entrare in un ristorante, bar, pub presente in regione per capire che la birra è un altro grande baluardo di questa terra. E non solo per la bandiera contenuta nella Ichnusa, una delle prime birre sarde riconosciute anche fuori dall’isola. Dietro a questa bevanda a base di malto, orzo e luppolo ci sono delle sfide di artigiani decisi a primeggiare su tutti. E ci stanno riuscendo.
I numeri parlano chiaro
I premi ottenuti nell’ultimo periodo dimostrano un percorso di crescita che sta portando nuova linfa all’enogastronomia sarda. La Birra dell’anno è uno dei più rappresentativi di questo settore, realizzato annualmente dall’associazione Unionbirrai. Si tratta di un premio che raccoglie l’originalità e la consistenza dei prodotti artigianali italiani, suddivisi in specifiche categorie. La Sardegna nelle ultime due edizioni ha raccolto degli ottimi risultati: nel 2019 6 birrifici sardi si sono aggiudicati ben 10 riconoscimenti; nel 2020, due aziende si sono portate a casa 3 premi. Un motivo in più per partire in questo lungo tour alla ricerca della vostra birra perfetta.
Terrantiga, San Sperate (CA)
Per una birra artigianale serve un’idea accurata, accessibile ma che contenga elementi di assoluta novità. Terrantiga punta molto sulla ricerca del particolare. Un’operazione che ha portato a quattro tipi di birre personalizzate a puntino: Brescia, al gusto di miele; Citra, con la pompia, uno dei prodotti tipici della Sardegna; Nibari, con il ginepro selvatico a restituire un profumo primaverile; e l’Istadi, a base di farro. La voglia di sperimentare ha dato i suoi frutti. Due sono state birre dell’anno. Il Nibari nel 2019 ha ottenuto il bronzo nella categoria “chiare e ambrate, alta fermentazione, e di ispirazione anglosassone”. L’istadi non si è voluta fermare al secondo posto nel 2019 tra le “birre chiare, ambrate e scure”. Ha voluto raggiungere la vetta. In un anno ha ottenuto il primato tra coloro che hanno usato “cereali speciali” per la loro birra.
Birrificio 4 mori, Guspini (VS)
Non dite che le miniere non producono più nulla. Alla Miniera di Montevecchio si fa dell’ottima birra. Dal pozzo minerario il Birrificio 4 mori assiste e realizza un prodotto che rispetti il Reinheitsgebot (“dettame di purezza”) bavarese. Le tradizioni non vanno infrante. Valgono anche quelle locale, alle quali l’azienda tiene particolarmente. La riconversione di questa vecchia miniera serve proprio a ricordare le radici passate, oltre a voler dare uno slancio verso una vera e propria riqualificazione del territorio. Il risultato si vede nei suoi prodotti. Il Pozzo 3, ad esempio, è una birra a bassa fermentazione che usa come ingrediente principale le castagne del Gennargentu. Il Pozzo 9 invece richiama la Vienna Lager, ma se ne discosta con il retrogusto alla cannella. Due ingredienti speciali che hanno portato a due menzioni speciali tra le birre dell’anno 2020.
P3 Brewing Company, Sassari (SS)
Massima qualità, selezionando le migliori materie prime. A Sassari, la P3 Brewing Company non ci si ferma mai. Ogni giorno diventa l’occasione di sperimentare e reinventare gli stili di birra. Un processo che ha bisogno di tempo, ma soprattutto di idee brillanti. Questi prodotti colpiscono sin dalle etichette, ma è il gusto a fare davvero la differenza in termini di originalità. Con tre birre in particolare P3 Brewing Company nel 2019 si è presa due menzioni speciali (grazie alla bionda Speed e alla scura Turkunara) e un primo posto con la 50 nodi, dal colore ambrato e con dei profumi floreali.
Birrificio Mezzavia, Selargius (CA)
“Della birra mi godo l’amaro/seduto del ritorno a mezza via/in faccia ai monti annuvolati e al faro”. È dalla poesia di Umberto Saba che parte l’ispirazione per creare un prodotto speciale e inclusivo. Il Birrificio Mezzavia vuole creare una birra che accontenti tutti i palati, da quelli raffinati a quelli del grande consumatore. Una birra equilibrata che non rinunci a sorprendere con il suo gusto distintivo. Con la birra scura Nautilus ha ottenuto una menzione nel 2019, grazie a un aroma che rievoca il sapore del caffè, liquirizia e del cacao. Lo stesso è accaduto alla Line up, che si contraddistingue per il suo carattere dinamico. I luppoli non sono mai gli stessi, e questo non fa che giovare questo tipo di bevanda, che si rinnova di sorso in sorso.
Birrificio Mediterraneo, Carbonia (SU)
Per realizzare una birra coi fiocchi, serve passione. Ma senza l’esperienza e la ricerca, non si va da nessuna parte. Il Birrificio Mediterraneo è nato con l’obiettivo di immergersi nel settore, cogliendone ogni singolo particolare. Cercare le materie prime, macinarle e trasformarle seguendo un processo accurato e delicato. Tutto questo è fondamentale per creare un prodotto unico e per esportarla oltreconfine. Il Porter, una birra dal colore scuro, è arrivata ad aggiudicarsi il terzo posto tra le Birre dell’anno 2019.
Birrificio Cagliari
Il Birrificio di Cagliari rappresenta il primo brewpub nato in regione. Una storia che parte dal 2008, e che ha permesso la creazione di birre esclusive. Come la Emily, una birra che ha un’identità forte (la gradazione alcolica di tutto rispetto), ma che lascia trasparire dolcezza ed equilibrio una volta versato il primo bicchiere. Questa sua personalità ha portato una menzione speciale nel 2019. Ma a colpire di questa azienda è la quantità di scelta delle birre. Da quelle Gluten Free (la Blond Ale Bonaria) a quelle più scure, come la Sant’Elia, che con il suo gusto fruttato ha ottenuto la Medaglia di bronzo al Barcellona Beer Challenge 2018.
Riccardo Lo Re
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