Borsalino insieme a Elie Saab per una capsule collection irresistibile
Quando si mettono insieme due brand così rinomati si è certi che a lavori conclusi si avrà di fronte qualcosa di straordinario. Nel caso di Borsalino e Elie Saab quel dialogo non solo è stato così proficuo ma ha dato vita a una capsule collection di cappelli che reinterpretano l’eleganza senza tempo con uno sguardo moderno.
La collezione Borsalino x Elie Saab è già disponibile dal 6 settembre 2023 nelle boutique e sulle piattaforme e-commerce delle due Maison. Un motivo in più per conoscere da vicino questi radiosi cappelli che hanno debuttato con la collezione Elie Saab Ready to Wear Autunno-Inverno 2023/24. Pensati come ideale complemento dei look di questo storico brand, sono prodotti dedicati a donne di carattere, eleganti e innovativi al tempo stesso. Si possono trovare di vari colori: Cipria, Bianco e Nero. Ma ciò che più li contraddistingue sono le decorazioni con il monogramma gioiello Elie Saab e la firma dorata Borsalino.
«Lavorare con lo storico produttore di cappelli Borsalino – che condivide con Elie Saab i valori fondamentali di qualità artigianale, maestria artistica e straordinaria creatività – è stato un naturale ampliamento della nostra collezione di accessori per soddisfare le crescenti esigenze e i desideri della nostra clientela», afferma Elie Saab Jr, Ceo del Gruppo.
Oltre che un dialogo creativo tra silhouette femminili e un meticoloso savoir-faire, la partnership fra Elie Saab e Borsalino è una manifestazione dell\'incessante ricerca dell\'eccellenza e di espressione della bellezza.
«Con la capsule collection Borsalino x Elie Saab continua la nostra strategia di sperimentazione e innovazione, alla ricerca di nuovi linguaggi creativi” ha dichiarato Mauro Baglietto, Direttore Generale Borsalino, “La collaborazione con Elie Saab è nata in modo naturale scoprendo di avere molte cose in comune: all’origine di ogni accessorio delle due Maison, oltre al lampo di ispirazione creativa, ci sono passione, impegno e abilità artigiana». (Riccardo Lo Re)