Brando Quilici e la Costa Smeralda: «Qui uno dei mari più belli»
Babbo e figlio uniti dall’amore per il mare. Un destino o una scelta consapevole? Entrambe le cose perché nell’estate del 1947 scoccò una scintilla tra mio Folco Quilici e la Sardegna. L’anno prima conobbe il mare di scoglio a Sestri Levante da un suo zio e poi il primo viaggio a Capo Testa. Fu subito amore.
Per un appassionato di mare cosa significa essere figlio di una grande personalità come Folco Quilici?
È stata una grande fortuna perché fin dalla mia gioventù ebbi la possibilità di visitare i mari più belli aggrappato a lui che mi portava sott’acqua utilizzando il suo respiratore. Ricordo ancora quelle emozioni: da allora il mare ha rappresentato per me una fonte vitale di energia e di gioia.
Quando il primo viaggio di Brando Quilici in Sardegna?
Nell’estate del 1966 in Costa Smeralda e da lì è nato il mio amore per il mare incontaminato dell’Isola. Quella fu la prima estate da capitano per Folco con il nostro amato “gozzo ligure a vela” di 9 metri chiamato Panda. Quando rientravamo in porto, a La Maddalena, si formava un capannello nella banchina, credevamo che fosse per vedere le grandi cernie pescate in apnea. Scoprimmo solo dopo che i pescatori si riunivano sul molo per godersi gli attracchi di mio padre con il vento teso ed il piccolo motore del Panda, per giunta singolo, che faticava non poco a sopportare le avverse condizioni del mare. Ogni volta era un’avventura. Con Folco e i suoi amici imbarcati come marinai sul Panda ne abbiamo poi riso tutta la vita.
Qual è il giudizio sul mare della Costa Smeralda?
Il mare della Costa Smeralda è ancora tra i più belli che si conoscano. Forse i suoi abitanti sottomarini sono un po’ in difficoltà rispetto al passato.
Dopo la sua partecipazione al premio Costa Smeralda ci sono progetti per il futuro con protagonista Porto Cervo?
Quella del premio Costa Smeralda è stata un’esperienza esaltante e anche il mio amico Maxwell Kennedy, che sono riuscito a coinvolgere, è rimasto estasiato dalla bellezza di questo territorio così suggestivo. Mi piacerebbe portare in futuro Doug Allan, uno dei più grandi cineoperatori e fotografi subacquei al mondo, una personalità incredibile che vorrei conoscesse le meraviglie della Costa Smeralda. E poi, anche se lontano dall’Isola, sto lavorando al mio nuovo lavoro per Medusa Film: La tana della Tigre. È la leggenda di un guru che dal Tibet volò fin sulle cime dell’Himalaya a dorso di una tigre, atterrando in una caverna rocciosa. E lassù, secoli più tardi, sorse il famoso monastero di Tiger’s Nest.
Gigi Maestri