Bugatti Type 57SC Atlantic: un nome per un’auto dall’aura mitologica
Bugatti Type 57SC Atlantic: un nome per un’auto dall’aura mitologica
Design avveniristico, interni gioiello, motore esplosivo. Ne è rimasto un solo esemplare. Funzionante. E lo si può spesso ammirare in mostre di eleganza dedicati alle auto d\'epoca.
Solo quattro esemplari realizzati. Il primo venduto poco prima della guerra al multimilionario inglese Richard Pope, che ne acquistò una versione appositamente personalizzata con il numero di telaio 57591 e che guidò per ben 28 anni, totalizzando oltre 60 mila chilometri. Un altro andato distrutto durante la Seconda guerra mondiale. Il terzo in un incidente nel 1955. E uno, vincitore di vari concorsi di categoria – tra cui quello di Villa d\'Este, a Como - comprato dallo stilista Ralph Lauren, grande appassionato e collezionista che ha sborsato una cifra vicina ai 40 milioni di dollari, qualcosa come 36 milioni di euro, che l’ha resa per lungo tempo la vettura più costosa al mondo. E, secondo molti appassionati, la prima supercar della storia. E l\'unica che potrebbe fregiarsi di auto più bella della storia dell\'automobilismo. Di sempre. Una vettura che è riuscita ad andare oltre al concetto di pura bellezza estetica. Un\'auto disegnata per piacere, con la mano e con il cuore, differente da tutte le altre del periodo che pur avevano una loro anima e una spiccata personalità. Una sport car per pochi, assoluta e definitiva.
Con il caratteristico fascino e l\'incredibile potenza di una vettura iconica: è la Bugatti Type 57SC Atlantic Coupé, modello prodotto dal 1936 al 1938 dalla celebre Maison automobilistica francese, dagli interni gioiello e carrozzeria a goccia, perfetto connubio tra l’Art Decò e l’industria aeronautica. Derivata dalla Aérolithe, concept car del 1935, la Atlantic, ribassata rispetto alla Type 57 normale, il primo prototipo venne fabbricato in Electron, una lega speciale di lega di magnesio, derivato dall’industria aeronautica. Il materiale, però, pur essendo molto resistente ed estremamente leggero, dava comunque moltissimi problemi ed era facilmente infiammabile e molto volatile. Un inconveniente che rendeva impossibile la saldatura e obbligò la Bugatti a trovare soluzioni alternative, fra cui, per esempio, rivettare i pannelli della struttura, come si faceva con un aeroplano, creando quella caratteristica cresta longitudinale che correva per tutta la parte superiore dell’auto. Jean Bugatti però non era soddisfatto della soluzione e decise di utilizzare invece dell’Electron una lega di alluminio, che permettesse la saldatura pur mantenendo le caratteristiche di leggerezza e solidità. Nonostante avesse perso qualsiasi scopo, la cresta longitudinale venne mantenuta per motivi estetici. Costruita dando una manicale attenzione ai dettagli e allo stile che doveva rappresentare l\'assoluto la Atlantic venne carrozzata nelle officine svizzere di Gangloff, a Berna. Avveniristica nel design, aveva finestrini laterali a forma a fagiolo per abbinarsi al resto della vettura. Nel tetto era presente uno spazio per l\'alloggiamento delle portiere e il padiglione posteriore, ad arco, conteneva un vano per la ruota di scorta così da integrarsi perfettamente alla carrozzeria e non essere quasi visibile. Una “spina” che dal radiatore proseguiva fino all\'estremità inferiore della coda, dimezzando il lunotto, dava una particolare linea aggressiva che divenne uno standard in certe auto dell\'epoca. Le ruote erano piene. Un potente motore a 8 cilindri da 3257cc la spingeva a oltre 210km/h. Alcuni piccoli difetti erano però presenti: la visibilità a causa della forma dei finestrini non era eccezionale, in estate l\'aerazione scarsa portava l\'abitacolo a temperature elevate, rendendola quasi inguidabile e, inoltre, raggiunti i 60 km/h il motore produceva uno strano suono che impediva ai passeggeri di parlare. (Fabio Schiavo)
SCHEDA TECNICA
- Motore 8 cilindri 3257 cc
- Velocità oltre 210km/h
- Posti 2
- Prezzo 40 ml $