Capichera cambia proprietà
Negli stessi giorni in cui a Verona Vinitaly celebrava con numeri da record le eccellenze della produzione di vini e distillati, Carlo Bonomi ne acquisiva una in Costa Smeralda comprando Capichera per 18 milioni di euro.
«Dopo tanti interessamenti da parte di molti aspiranti acquirenti ci siamo convinti a trasferire la proprietà di una parte importante della nostra vita e storia imprenditoriale», ha dichiarato lo scorso aprile, dopo la cessione, Alberto Ragnedda, dell’omonima famiglia arzachenese fondatrice, verso la fine degli anni Settanta, dell’azienda. «Siamo sicuri», ha poi aggiunto, «che Bonomi avrà la stessa passione e rispetto che abbiamo noi per la terra gallurese, e che saprà convogliare e indirizzare importanti investimenti per lo sviluppo e la crescita di Capichera». Non meno entusiasta il nuovo proprietario. «Capichera», ha detto Bonomi, «è una realtà vitivinicola eccezionale per la sua storia, i suoi vini e le caratteristiche del territorio in cui nasce, di cui ha saputo esaltare valori, tradizione e cultura enologica in un’offerta unica al mondo». E ancora: «Da appassionato di vino ho colto al volo l’opportunità di entrare a far parte di un’azienda e di un brand che hanno fatto e stanno facendo la storia della viticoltura».
Tutto bene quel che finisce bene, allora, per Capichera, realtà di assoluta eccellenza incastonata tra le rocce di Gallura su una superficie di 100 ettari complessivi, di cui 35 destinati a Vermentino e 7 a uve rosse. Un’attività che era stata messa sul mercato due anni prima, con tanto di annuncio di vendita pubblicato sul sito specializzato Kensington International Group, che Bonomi non ha potuto non fare sua.
Non nuovo a operazioni di questo tipo in Sardegna, all’inizio degli anni Ottanta l’industriale milanese aveva acquisito il controllo di Zedda Piras e Sella & Mosca, le più note realtà vitivinicole e liquoristiche sarde, diventandone in seguito presidente. Attualmente alla guida dell’azienda La Lomellina di Gavi – Marchese Raggio, che condivide con Capichera la storicità, il forte legame col territorio in cui si inserisce e la produzione e la commercializzazione di vini di qualità nell’alessandrino, con uve selezionate di Gavi, Barolo, Nebbiolo, Timorasso, sotto i brand di famiglia Marchese Raggio e Marchese D’Azeglio, Bonomi è una garanzia.
L’operazione Capichera appare, infatti, come un investimento di prospettiva che punterà a valorizzare le potenzialità dell’etichetta sarda ma anche degli altri vini dell’Isola.
Ilenia Giagnoni