Carnevale in Sardegna: le più belle celebrazioni tra folklore e tradizione
Dai Mamuthones di Mamoiada ai Thurpos di Orotelli: tutto quello che devi sapere sulle più belle sfilate delle maschere tradizionali
Il Carnevale in Sardegna è molto più di una semplice festa: è un viaggio nelle antiche tradizioni, nei rituali arcaici e nei simbolismi che raccontano l’anima profonda dell’isola. Ogni paese celebra il Carnevale con maschere iconiche, danze rituali e cortei che rievocano storie di lotta, natura e comunità.
Dai Mamuthones di Mamoiada ai Thurpos di Orotelli, passando per la spettacolare Sartiglia di Oristano e le corse sfrenate di Santu Lussurgiu, il Carnevale sardo offre un mosaico di emozioni e atmosfere che incantano visitatori da tutto il mondo.
Scopriamo insieme tutte le sfilate tradizionali imperdibili di questa straordinaria celebrazione. Mentre qui scopri tutte le maschere tradizionali del carnevale sardo.
Mamoiada: il Carnevale dei Mamuthones e Issohadores, icona della tradizione sarda
Le maschere dei Mamuthones non sono soltanto un elemento distintivo del Carnevale di Mamoiada, ma incarnano l’essenza e l’identità culturale dell’intera Sardegna. La vestizione dei Mamuthones è un rito complesso e ricco di significato, che richiede grande attenzione: i partecipanti indossano pesanti pelli di lana nera, una maschera di legno scolpita a mano e quasi 30 kg di campanacci che ne caratterizzano il suono distintivo. Durante il corteo, i Mamuthones procedono in fila con passi lenti e cadenzati, facendo riecheggiare i campanacci in un ritmo ipnotico e solenne. Li precedono gli Issohadores, figure altrettanto emblematiche, che con le loro funi catturano gli spettatori, coinvolgendoli in questo rito arcaico e carico di simbolismi.
Fonni, il fascino selvaggio delle Mascheras Bruttas e l’eleganza delle Mascheras Limpias
Le origini di queste maschere risalgono alla fine dell’Ottocento, come testimoniato dalle cronache dell’epoca che descrivono figure misteriose, vestite di stracci e con il volto annerito dalla fuliggine, che percorrevano il paese in totale libertà. Questi personaggi, tra cui i famigerati Buttudos, inseguivano le ragazze e improvvisavano versi satirici, portando con sé un’atmosfera di grande energia e caos. I Buttudos, uomini vestiti in modo goffo, un tempo indossavano maschere demoniache intagliate nel sughero e barbe di lana, mentre scuotevano rumorosamente campanacci e sonagli. I più forti di loro si travestivano da Urthos, orsi coperti di pelli e con maschere in sughero, tenuti a catena da un "domatore" che anch'esso indossava un costume tradizionale. Queste figure inquietanti, pur portando un aspetto minaccioso, non sono simboli di violenza, ma piuttosto di una forza primordiale e di una connessione profonda con la natura. Oggi, le antiche maschere di sughero sono state sostituite dal carbone, che annerisce il volto di Buttudos e Urthos, dando loro un aspetto ancora più inquietante. Durante la festa, queste figure selvagge si riuniscono in una sorta di banda, esibendosi in audaci acrobazie, come scalare le facciate delle case per raggiungere balconi e finestre, creando uno spettacolo di grande suggestione. Nonostante il loro aspetto minaccioso, i Buttudos e gli Urthos accettano con piacere offerte di cibo e bevande, come frittelle, vino rosato e papassinos di sapa, che i residenti portano loro sulle soglie delle case. Questi doni, spesso offerti dopo un semplice bussare alla porta, sono simboli di rispetto e servono a placare la loro irruenza, spezzando la tensione con un gesto di ospitalità.
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Ottana, le maschere dei Boes e Merdules nell’antica lotta tra uomo e animale
Spicca il Carnevale di Ottana, un piccolo paese nel cuore della Barbagia. La sfilata dei Boes e Merdules è un rito simbolico che rievoca la lotta primordiale tra uomo e animale, uno dei temi ricorrenti nelle antiche tradizioni carnevalesche dell’isola. I costumi tradizionali, realizzati con pellicce di lana di pecora, e le caratteristiche maschere di legno scolpito, rendono questa celebrazione unica. I Boes, figure taurine che incarnano forza e vitalità, portano al collo pesanti campanacci, che possono arrivare a un peso di quasi 20 kg. Durante la sfilata, i Merdules (i pastori) cercano di domare i Boes usando corde e bastoni, in una rappresentazione drammatica che culmina nella cattura simbolica dell’animale, simboleggiando la supremazia dell’uomo sulla natura. Oltre al suo valore spettacolare, questa festa è un’occasione per celebrare la storia e la cultura millenaria del paese , offrendo uno spaccato autentico delle radici dell’isola.
Tempio Pausania, il Carnevale dei celebri carri di cartapesta e delle maschere ispirate all’attualità
Il Carnevale di Tempio Pausania è tra i più celebri e vivaci eventi dedicati ai carri di cartapesta, un appuntamento irrinunciabile per il nord della Sardegna. In questo piccolo comune della Gallura, la festa raggiunge il suo apice con le celebrazioni in onore di Re Giorgio, figura simbolica che percorre le strade della città accolto con entusiasmo e allegria dai partecipanti. Il momento clou della manifestazione è il rito conclusivo, quando Re Giorgio viene bruciato in piazza in un suggestivo gesto propiziatorio. Questo atto rappresenta la purificazione dai mali trascorsi e segna simbolicamente l’inizio di un nuovo ciclo vitale, in concomitanza con l’arrivo della primavera. Durante i giorni del Carnevale, Tempio Pausania si trasforma in un grande palcoscenico a cielo aperto, animato da musica, sapori locali e spettacoli coinvolgenti. Questa atmosfera di festa, caratterizzata da un clima di spensierata convivialità, attira ogni anno un vasto pubblico proveniente da tutta la Sardegna e da altre regioni italiane, rendendo il Carnevale un evento unico e imperdibile.
Orotelli, la suggestiva sfilata dei Sos Thurpos, gli uomini dal cappuccio e dal volto annerito
Tra le manifestazioni carnevalesche più antiche e affascinanti della Sardegna, il Carnevale di Orotelli si distingue per la tradizionale sfilata dei Sos Thurpos, figure simboliche che rievocano il mondo agrario e pastorale del passato. I Thurpos, termine che significa "ciechi," sono uomini mascherati che percorrono le vie del paese con movenze solenni e misteriose. Indossano lunghi cappotti neri con il cappuccio abbassato quasi sugli occhi, portano campanacci legati alla cintura e si caratterizzano per il volto annerito dalla cenere, un elemento distintivo rispetto alle classiche maschere lignee della Barbagia. La sfilata non si limita a essere una semplice rappresentazione: il pubblico diventa parte integrante della festa. I Thurpos catturano i presenti con una corda simbolica e offrono loro da bere, un gesto che richiama antichi riti di buon auspicio e ospitalità.
Oristano e la celebre Sartiglia: un simbolo della tradizione sarda
Tra gli eventi più affascinanti del Carnevale sardo, spicca la Sartiglia di Oristano, una spettacolare cavalcata storica che si tiene ogni anno nel Martedì Grasso. Questa antica tradizione, le cui origini risalgono al XVII secolo, rappresenta un omaggio al passato medievale della città e ne incarna l’identità culturale. La Sartiglia prende vita con un corteo di cavalieri in costume che attraversa le vie di Oristano, dando prova della loro abilità in emozionanti giochi equestri. Il momento più atteso della celebrazione è la corsa alla stella: i cavalieri, in sella ai loro destrieri lanciati al galoppo, devono infilzare una stella sospesa con la punta della lancia, dimostrando destrezza e precisione.
Santu Lussurgiu e Sa Carrela ‘e Nanti: le acrobazie a cavallo nel cuore del borgo medievale
Il Carnevale di Santu Lussurgiu si distingue per le spettacolari acrobazie a cavallo che animano la corsa sfrenata di Sa Carrela ‘e Nanti, un evento unico che si snoda tra le strette vie del borgo medievale. I cavalieri, vestiti con Sa Mascherada e il volto dipinto, sfrecciano a tutta velocità, esibendosi in spericolate evoluzioni che lasciano il pubblico con il fiato sospeso. Considerata una delle corse a cavallo più antiche della Sardegna, Sa Carrela ‘e Nanti è un’occasione imperdibile per vivere un’esperienza autentica, scoprendo allo stesso tempo il fascino di Santu Lussurgiu, un pittoresco paese situato tra Oristano e Bosa, immerso in un contesto di straordinaria bellezza.