Coronavirus, la natura si riprende la scena
Dal dopoguerra non c’è stato un momento così drammatico come questo. L’Italia (e negli ultimi giorni, anche tutti i paesi del mondo), si è accorta del danno emotivo ed economico che un virus, invisibile all’occhio umano, può avere sulle nostre abitudini. Eppure, come sostiene l’associazione Road to Green, c’è stato un evento di grande impatto: la natura ha ripreso, anche se per un breve periodo, il suo spazio vitale.
Il lockdown ha portato a diverse rinunce, dalle relazioni sociali alle nostre attività quotidiane. Ma in quell’occasione, le immagini rimbalzate su siti e giornali italiani hanno restituito un ritratto dai colori inediti, accompagnato da un messaggio preciso rivolto a tutti. La natura va rispettata e tutelata con gesti concreti, riportando al centro dell’agenda politica e del dibattito pubblico il tema della sostenibilità ambientale.
Cagliari e Venezia - le immagini non mentono
Le foto raccolte dall’ESA e pubblicate nelle settimane scorse sono inequivocabili. L’inquinamento atmosferico si è ridotto nel nostro Paese, e non per via di scelte industriali che mettono al centro il rispetto della natura, ma per un evento straordinario impossibile da controllare, costringendo un’intera popolazione alla quarantena. Il dato è ancora più evidente se ci si focalizza sul nord Italia, dove la concentrazione delle emissioni si raccoglie attorno l’area della Pianura Padana. Quella zona, dai primi provvedimenti nazionali, ha subìto una riduzione di diossido di azoto del 10%. Se le immagini satellitari non sono sufficienti, quelle scattate nella laguna veneziana e in Sardegna rendono ancora più l’idea di ciò che sta avvenendo. Con la riduzione dell\'inquinamento di alcune aree marine, a Venezia si è potuto persino vedere il fondo dei canali in laguna, qualcosa che prima era impensabile. Con l’acqua più limpida e il trasporto marittimo ridotto alle corse minime necessarie, nel porto di Cagliari si sono rivisti i delfini, che alla vista dell’uomo non hanno perso tempo per intrattenere e giocare. Uno di questi è diventata la mascotte di Luna Rossa, in attesa dell’inizio dell’Americas Cup a seguito della sospensione della tappa cagliaritana. Tanti piccoli segnali di un processo che sta rimettendo al centro l’ambiente e il suo equilibrio.
I consigli post-quarantena
Il dramma non cenna purtroppo ad arrestarsi. Gli effetti si stanno vedendo in queste ore, colpendo le zone degli Stati Uniti e dell’America latina; altri si vedranno nei prossimi mesi, con l’economia che, a fronte del suo arresto improvviso per preservare la salute del singolo cittadino, dovrà rialzarsi più forte di prima, e riprendere il suo percorso di crescita. Si spera, con il sostegno di ogni nazione.
«Quello che sta passando il nostro paese e tutto il resto del mondo è qualcosa di terribile, che nessuno di noi era davvero preparato ad affrontare – afferma Barbara Molinario, Presidente di Road to green 2020, associazione che promuove la sostenibilità ambientale – Ora, però, possiamo scegliere se aspettare passivamente che tutto passi, o imparare qualcosa da questo momento difficile, come, ad esempio, il rispetto della natura in ogni sua forma. In poche settimane senza la mano distruttiva dell’uomo, la natura è riuscita a riprendersi in parte i propri spazi. Ci sta dimostrando la sua straordinaria capacità di curare le ferite che le abbiamo inflitto noi con i nostri comportamenti. Pensate a come potrebbe cambiare in meglio il mondo, se adottassimo alcuni dei comportamenti che abbiamo sperimentato durante questa quarantena».
In una situazione d’emergenza come questa, è più che comprensibile non pensarci. Di fronte ai gravi fatti di cronaca raccontati nei principali quotidiani e telegiornali nazionali nella prima fase dell’epidemia, bisogna prima pensare al presente e all’immediato futuro, in modo da ridare ossigeno a noi stessi riprendendo la nostra vita come una volta. Dopodiché è giusto, oltre che necessario, focalizzarsi sull’ossigeno del Pianeta che ci ospita, anche prendendo spunto, come sostiene Road to green 2020, dal periodo di quarantena:
- Come si è potuto constatare, la natura riesce ad auto rigenerarsi. Il ché può essere un modo per riflettere sull’utilizzo dei mezzi di trasporto privati, essendo uno dei principali fattori di inquinamento atmosferico;
- Nel periodo di quarantena si è posto l’accento sulla spesa. Mangiare salutare è come sempre fondamentale, ma in questi giorni si sta cercando sempre più di selezionare alcuni tipi di prodotti, dalla frutta e verdura di stagione e a KM 0, ai piatti fatti in casa;
- Dalla qualità si passa ora alla quantità. Con la quarantena, si è scoperto che, anche solo una volta a settimana, si riesce a comprare ciò che è necessario alla sussistenza della singola famiglia, senza mai sprecare nulla. Così, si conferisce il giusto valore ai prodotti che si comprano. Il ché non è poco;
- Riciclare vuol dire ridare una seconda vita agli oggetti, riducendo gli scarti (con l’eccezione dei prodotti sanitari) e rispettando l’ambiente;
- Lo spreco passa anche per le fonti naturali come acqua e gas. Bisogna innanzitutto ricordare che l’uomo non è al centro della natura, una visione antropocentrica ormai datata, bensì uno dei tanti tasselli. Abusare della sue risorse è sbagliato, ed è più che mai necessario rimodularle, nel rispetto dell’intero ecosistema;
- Infine, un pensiero va rivolto al concetto di smart working. Molti sono venuti a conoscenza di questo nuovo metodo di lavoro con la quarantena, ma che può essere utilizzato anche quando si tornerà alla normalità. Le attività si potranno così svolgere in maniera più rilassata, con l’aggiunta che questo riduce il più possibile gli spostamenti e, di conseguenza, le emissioni del proprio mezzo privato. Lo smart working, inoltre, conferisce maggiore responsabilità al dipendente, che così non svolgerà le proprie attività in base a un orario prestabilito, ma in base a degli obiettivi.
Riccardo Lo Re
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