Dai piccoli borghi sardi per riscoprire le meraviglie della “Paesitudine”
“Natale per chi viene da un paese vuol dire racconto. È quel momento in cui, anche solo per un attimo, ci si ferma e, semplicemente, si condivide: il cibo, la casa, gli spazi e, sì, anche le storie”. Sono le parole che spiegano l’uscita di questo volume, perché l’autrice Mariella Cortes, giornalista e scrittrice sarda che vive e lavora a Milano sa bene cosa voglia dire e da anni racconta le storie più belle della sua Sardegna. E mettendole in fila ha materializzato quell’esigenza di conservare la memoria. “Paesitudine dell’Avvento” edito dalla casa editrice gallurese Taphros si inserisce nella collana denominata Nàarana ed è una raccolta di storie, riflessione e momenti. il leitmotiv malinconico che lo accompagna vuole suscitare lo stesso desiderio di ritrovare e tutelare tutto quanto rende unici e preziosi i borghi.
Paesitudine dell’Avvento nasce nel 2020 come un calendario dell’Avvento social, ispirato dalla necessità di ritrovare luoghi e consuetudini della vita di paese e di provare a dare una definizione a una parola che racchiude un sentimento universale: \"la Paesitudine”. Tre calendari dell’Avvento accolgono 24 parole, 24 emozioni e 24 nomi. Storie, memorie, abitudini, persone e scorci. Ma anche meditazioni e riflessioni, punti di vista, parole che ritornano e uniscono. Storie incredibili nella loro normalità che raccontano di momenti che chiunque abbia vissuto, anche per poco, in un paese, ha incontrato almeno una volta nella vita. «I luoghi sono i nostri paesi, quelli che “ci masticano e ci portano in braccio, ci spogliano e ci rivestono», come leggiamo in apertura nelle parole di Davide Van De Sfroos, cantautore comasco con la Sardegna nel cuore.
Con un’introduzione argomentata dall’avvocato e scrittore orotellese Antonello Menne: «È un testo che accompagna la meditazione, che ispira, essendo lo stesso il frutto di un percorso meditativo». Un libro che ha visto la partecipazione di Simona Dedoni, imprenditrice in Italia e Germania con radici a Gadoni e Gergei, coautrice del secondo calendario: «Ci sono “due grandi protagonisti: i luoghi e le parole. I luoghi, figuranti attraverso immagini recenti, custodi di un tempo passato e a lungo immobile. Un tempo che ora pare risvegliarsi». La prefazione della pubblicazione è stata affidata a Daniela Melis, giornalista e presidente dell’associazione Paensieri, di Desulo: «Un modo per comprendere il significato della parola Paesitudine, “disposizione d’animo che spinge ad allargare sempre lo sguardo, partendo da un nucleo centrale che riproduce in miniatura la grandezza del globo. L’aria rarefatta dell’amore».
Davide Mosca