Dalla Gallura con i vini Orange per conquistare il mercato internazionale
È sufficiente guardare il numero di cantine presenti sul territorio per capire come la Gallura sia diventata terra di vini. E non di prodotti qualsiasi, ma di altissima qualità e apprezzati sui mercati nazionali e internazionali. Vini che raccontano la geologia del territorio, del granito, del vento di maestrale o scirocco che trasporta la salsedine dal mare ai vigneti. Ed è in questo contesto che è nata l’avventura de La Contralta che non è solo una azienda vitivinicola, ma è la realizzazione di un progetto, di un sogno coltivato dai suoi animatori che l’hanno plasmata a propria immagine e somiglianza per proporre dei prodotti unici nella costellazione di prestigiosi vini che questo territorio offre. Una storia giovane partita nel 2019 che però ha già raccolto il favore dei consumatori e degli esperti. Apprezzamento che si è ben presto tradotto in numerosi riconoscimenti.
A partire dai Tre bicchieri del Gambero Rosso e la medaglia d’oro del concorso internazionale Grenache du Monde assegnati a “l’ora grande”, un Cannonau di Sardegna DOC 2019 per passare al riconoscimento dell’Ais, Associazione italiana Sommelier per “al sol brilla” un Vermentino-2019 Isola dei Nuraghi I.G.T, per finire al premiatissimo “fiore del sasso” Vermentino di Gallura Docg superiore 2019 con ben tre premi: il Top Hundred 2021, The WineHunter Award 2021 e il FivestarWines.
Solo poche settimane fa La Contralta ha aperto le sue porte alla stampa per svelare e raccontare come nascono questi vini speciali, per mostrare i terreni dove i vitigni autoctoni di vermentino, cannonau e carignano, sorgono e vengono accuditi da mani esperte. Il nome La Contralta è preso in prestito da una piccola spiaggia adiacente ad uno dei vigneti della tenuta che si trova nel comune di Palau.
«È iniziato tutto nel 2018 - ha commentato Roberto Gariup, friulano, ma sardo d’adozione - quando sono stato contattato dall’amministratore delegato di un fondo di investimento che aveva interesse a creare un progetto enologico in Sardegna che avesse delle caratteristiche uniche. Ho subito contratto il mio amico e collega Nicola Dettori commercialista, sardo al cento percento, di Nuoro, ma cresciuto in Gallura con cui avevo avuto modo di collaborare in passato in altre realtà vitivinicole. Oggi con lui lavoriamo quotidianamente perché i vini de La Contralta possano essere conosciuti anche oltre i confini della Sardegna. Abbiamo subito proposto di differenziarci, come? Con la voglia di osare con il mondo dei vini Orange, quelli macerati per intenderci, con lunghi affinamenti. Per questo non facciamo vini d’annata freschi e usciamo dopo un anno, un anno e mezzo perché siamo convinti che un minimalismo enologico in Sardegna si possa fare a patto che si rispetti l’uva e la terra dove cresce».Davide Mosca