Divini paesaggi: conclusa la seconda edizione
Si è conclusa sabato 4 giugno nella sala conferenze delle Cantine Surrau ad Arzachena la seconda edizione del corso di progettazione architettonica “Divini paesaggi: luoghi, spazi e territori del vino, del gusto e del buongusto”. Un progetto nato dalla sinergia tra il Comune di Arzachena e la Facoltà di Ingegneria civile e architettura dell’Università di Cagliari che punta alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed enogastronimico della Sardegna. Questo piano si sviluppa sotto vari aspetti, alcuni dei quali affrontati nel corso dell’evento conclusivo in cui sono stati premiati i migliori progetti realizzati dagli studenti.
«Il corso di laboratorio di progettazione architettonica» - afferma il professor Chiri - «ha coinvolto 40 studenti per la stesura di 15 progetti esplorativi sulle cantine vitivinicole di Arzachena. Grazie a questi elaborati, amministratori pubblici, aziende e cittadini scopriranno le potenzialità ancora inespresse dei paesaggi rurali e acquisiranno maggiore consapevolezza sulle opportunità di crescita e sviluppo. Sono stati progettati edifici di produzione e di accoglienza, vere “Cantine d’autore” sarde, in cui il vino diventa protagonista nella promozione del territorio, un po’ come avviene nel Nord Italia, dove il nostro ospite di questa edizione, Filippo Bricolo, opera maggiormente».
L’iniziativa
Durante questa seconda edizione di Divini paesaggi ha partecipato anche Filippo Bricolo, noto per essere uno degli architetti italiani specializzati nella progettazione di cantine. Un incontro che rientra tra le tante iniziative nate al protocollo di intesa tra Comune e Ateneo siglato a gennaio 2020. L’obiettivo è di concentrarsi sullo studio e sviluppo dei paesaggi rurali in Sardegna, guidati dalla professionalità del docente Gianmarco Chiri con cui hanno stretto una collaborazione alcune delle realtà territoriali presenti in Regione, dalle Cantine Capichera, Cantine Surrau fino alle istituzioni come la Provincia di Sassari.
La crescita non va vista solo come un elemento positivo in termini economici, guardando ad esempio alla parte produttiva o commerciale di certi prodotti che vengono poi venduti alla grande distribuzione e nella ristorazione. La ricerca vuole puntare a un gradino più altro, concentrandosi ma anche sugli effetti che certi tipi di scelte possono avere sul turismo che tra le varie cose, comprendere il vino e le cantine, molto spesso chiamato enoturismo. Per questo si deve puntare a recupero generalizzato delle produzioni agricole, compresa l\'edilizia rurale e tutto il patrimonio architettonico che rappresenta un pezzo importante di questo settore. «Si può affermare - conclude Chiri - che l’enoturismo è stato l’elemento che ha portato l’attenzione sull’architettura del vino, dando l’input per la creazione di progetti capaci di narrare l’esperienza emozionale legata a una visita in cantina».
Riccardo Lo Re