Dolmen - la birra in bottiglia nasce a Uri
«Quando abbiamo iniziato anni fa ci prendevano come matti». Sono le parole di Fabio Scarpa, uno dei fondatori del birrificio artigianale Dolmen. Non avevano tutti i torti gli abitanti di Uri. La loro era una idea ardita, che, se intrapresa, può comportare diversi rischi se non si prendono le giuste decisioni e precauzioni nel momento più opportuno. Un po’ come il processo di fermentazione della birra stessa, che non si può certo produrre così, da un giorno all’altro, senza pesare le dosi di ogni singolo ingrediente.
Ci vuole certamente passione (Dolmen ne ha da vendere), ma la preparazione non va in assoluto sottovalutata. La crescita di questa azienda artigianale è avvenuta infatti a piccoli passi, procedendo con tutta la cura e la passione necessaria a ottenere anche solo un piccolo spazio sul mercato. Per le aziende nate da qualche anno come Dolmen (2005), può essere una sfida davvero ardua, e che può complicarsi ulteriormente se si tratta di un mercato affollato come quello della birra, con diverse realtà imprenditoriali a contendersi ogni fetta, piccola o grande che sia.
Evidentemente, a dei “folli” come loro non rappresentavano degli ostacoli così insormontabili. Basta solamente affrontarli con la stessa scrupolosità usata per la birra. La fretta è un nemico che può presentarsi anche nei momenti di maggior controllo, e sotto questo aspetto, Dolmen è riuscita a imporsi grazie a una scelta di prodotti esclusivi, selezionati nei minimi dettagli, e da una lenta e significativa conquista dei mercati locali e nazionali. Con uno sguardo, ovviamente, rivolto a quello estero, attratto dalla qualità che da sempre contraddistingue il Made in Italy, dalla moda all’artigianato artistico ed enogastronomico.
Dolmen, partendo da una produzione di birra in fusti (come la classica “alla spina” che troviamo nei bar del quartiere), nel 2012 compie un notevole salto di qualità.
Si cambia tecnica, senza sacrificare la qualità complessiva della birra, che nella filosofia di Dolmen si traduce in una scelta scrupolosa di ingredienti di altissima qualità, dall’acqua, pura al 100%, l’orzo da cui si ricava un malto delicato, agli ultimi, non meno importanti, prodotti: il luppolo e il lievito.
Niente anidride carbonica, conservanti o antiossidanti. La tradizione non ne ha bisogno. È solida, come le strutture megalitiche presenti in Sardegna, e resiste al flusso del tempo, senza che siano necessari dei grossi interventi.
Il primo risultato è una bionda accesa, Ale, frutto di un processo di alta fermentazione. Una birra dal basso contenuto alcolico, ma sa bilanciare perfettamente il sapore dolce del malto e il profumo dei luppoli provenienti dall’Inghilterra. Da qui, la gamma di prodotti Dolmen non ha fatto altro che aumentare, accontentando i gusti sopraffini dei suoi clienti. L’Ipa è una declinazione dell’Ale, con un gusto anch’esso fruttato e con poca concentrazione alcolica. La Pils viene invece prodotta seguendo una bassa fermentazione, con un risultato che va da un colore dorato come le classiche birre bionde, a un gusto che associa la delicatezza del malto all’aroma del luppolo Saaz, proveniente dalla Repubblica Ceca. La Blanche si contraddistingue per il suo colore candido e opaco. Ha pochissimo luppolo, rimpiazzato da spezie come buccia d’arancia e coriandolo, ed è leggera e brillante. Una commistione perfetta per l’estate, diventando un ottimo sostituto degli aperitivi più gettonati.
Dalla bianca si passa poi alla Weizen, la bionda tedesca per eccellenza che viene realizzata con un frumento non maltato e il malto d’orzo. L’aroma fruttato di banana garantisce un sapore dolce ed equilibrato, fino al tocco finale più secco. La particolarità della birra Bock, dal colore rosso rubino, sta nel tipo di lavorazione, che arriva a occupare un periodo di alcuni mesi e necessita di una fermentazione e una temperatura bassa, in modo da dare una gradazione alcolica più alta rispetto agli altri prodotti. Il giro si conclude con la più forte in termini alcolici, ma non meno elegante delle sue colleghe. Barley Wine unisce il meglio degli elementi del vino e della birra, come il gusto estremamente intenso e ricco di particolari. La morbidezza tipica del vino è una delle sensazioni che di percepisce una volta assaggiato. A dimostrazione della sua incredibile somiglianza, i sapori del Barley Wine non solo si conservano nel tempo, ma migliorano con il passare degli anni.
Riccardo Lo Re
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