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1 Ottobre 2019

Dori Ghezzi e quel felice ritorno a Porto Cervo


«È tanto tempo che mancavo da Porto Cervo» dice Dori Ghezzi all’arrivo nel Sottopiazza per la presentazione del suo libro Lui, io, noi. Una pubblicazione Einaudi nella quale, per la prima volta, la donna, che è stata accanto a Fabrizio De André per 25 anni, si confessa.



Una schiera variegata di amici accorre a Porto Cervo in questa importante occasione per poterla riabbracciare. Tra i tanti c’è Paola Farinetti, della grande famiglia Eataly del fratello Oscar, vedova del geniale cantautore Gianmaria Testa, un’icona assoluta per gli appassionati di jazz e spesso presente in Gallura nel cartellone di Berchidda, mentre con Sandra Carraro, regina dei salotti culturali di Roma Capitale, si salutano affettuosamente attraverso un telefonino di fortuna.



Ascoltarla è un piacere e gli aneddoti sono infiniti. Li mette in ordine il moderatore dell’incontro, Alfredo Franchini, biografo di Faber e amico da sempre della famiglia, presente a Porto Cervo qualche settimana prima insieme a Cristiano De André. Dori Ghezzi parla a tutto campo e racconta della sua infanzia e dei suoi trionfi come cantante: vinse la trasmissione Canzonissima e arrivò terza all’Eurofestival. Una carriera che decise di interrompere per seguire Fabrizio nell’avventura in Sardegna.



Ampio spazio, nel racconto di Dori, alla vita nell’isola, in particolare Tempio, dove sono nati tutti gli ultimi dischi di Fabrizio, e a Portobello di Gallura, dove si riunivano con Ferreri, Tognazzi, Petri e Villaggio.



E a Tempio, negli anni Settanta, casa De André era aperta a tutti. Ricorda Franchini: «Ero un ragazzo poco più che ventenne e telefonai a Fabrizio dicendogli che stavo attraversando una crisi che forse lui aveva già conosciuto. Mi rispose: ho attraversato tante di quelle crisi che la tua coinciderà con una delle mie. Vieni a Tempio e ne parliamo».



Ma nel racconto di Dori c’è poco spazio alla nostalgia: «Guardo al futuro», dice. Così anche il ricordo di don Gallo e Fernanda Pivano si tramuta in tenerezza:



«Di don Gallo forse ero più amica io ma a Fabrizio piaceva perché diceva: è uno dei pochi preti che non vuole mandare la gente in paradiso. Don Gallo sosteneva che i vangeli fossero cinque: ai quattro si aggiungeva quello di De André».


Per gli appassionati di musica, però, la notizia bomba ha riguardato la possibilità che Fabrizio collaborasse con Lucio Battisti, considerati dai musicologi due mondi opposti. Ma era solo un malinteso. Franchini ha domandato a Dori Ghezzi: «Tanti ricordi e nemmeno un rimpianto?». E Dori ha risposto: «No, un rimpianto ce l’ho: quello di non aver mai pensato di fare in modo che Fabrizio facesse un disco assieme a Battisti. Avrebbero fatto una cosa straordinaria». I tempi coincidevano: Lucio Battisti, come scrive Dori, era spesso ospite a casa Ghezzi a Milano e in qualche occasione, durante i concerti di Dori, è uscito con lei sul palco per un accompagnamento musicale improvvisato. «Si poteva fare», assicura Dori, «ormai se lo staranno facendo loro, il disco».


L.P.

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