Filindeu, la pasta tradizionale sarda originaria di Nuoro
La pasta che parla di tradizione e appartenenza
Nella tradizione del carnevale barbaricino, nello specifico quello di Ottana, quello dei Boes e Merdules, c’è una figura inquietante, che si chiama Sa Filonzana che con una maschera nera sul volto tiene in mano un filo in un fuso, bussa nelle case e a chi non le offre da bere taglia il filo della vita, che simbolicamente tiene in mano. Da questa tradizione ha origine una pasta tipica, il complicatissimo Filindeu.
Il Filindeu, noto anche come ‘fili di Dio’, è una pasta tradizionale sarda, originaria di Nuoro, una città situata nel cuore della Sardegna. Questa pasta unica è realizzata solo da pochissime famiglie, che hanno tramandato l’arte della sua preparazione di generazione in generazione.
Il nome filindeu deriva dalla particolare lavorazione della pasta, che viene stesa e filata in fili sottilissimi, per l’esattezza 256.
Il filindeu ha un legame profondo con la festa di San Francesco di Lula, un evento religioso che si celebra a maggio e ottobre. Durante questa festa, le donne di Nuoro preparavano il filindeu. La pasta veniva tradizionalmente cotta in grandi pentole insieme a carne di pecora, offerta dai pastori, creando un piatto nutriente e ricco di sapore che veniva poi distribuito ai pellegrini e ai partecipanti della festa.
Questa tradizione culinaria non è solo un esempio di arte gastronomica, ma rappresenta anche un’importante parte del patrimonio culturale e religioso della Sardegna. Oggi, il filindeu è un simbolo di identità e appartenenza per la comunità di Nuoro, e la sua preparazione rimane un segreto custodito gelosamente dalle poche famiglie che continuano a produrlo.