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15 Ottobre 2019

Fra\' Nicola da Gesturi


In una Sardegna ancora immersa nella povertà, trafitta dalla guerra, fra’ Nicola da Gesturi è l’unico laico col processo di beatificazione avvenuto, è il frate mendicante che diventa donatore da semplice fratello consacrato, non da sacerdote.



Avendo visto il duro patimento del lavoro dei campi, della gente semplice negli anni Quaranta, da poverissimo diventa questuante trasformandosi nello strumento senza precedenti di una ricchezza spirituale.
Quando chiede di entrare nel convento dei padri cappuccini di Cagliari, dove oggi vengono custodite le sue spoglie, riporta il monastero alla sua missione originaria: un luogo per nutrire e dare asilo al prossimo. Quando gli venivano fatti dei doni lui riportava tutto nelle mani del suo superiore, certo si trattava di cose piccole, quasi insignificanti ma la perfezione con cui egli osservava la regola di povertà imposta dal convento e dall’ordine, gli valse nel mondo la fama di esempio e di riferimento.



Nella sua figura spiccavano gli occhi quasi a rivelare una luminosità data dalla purezza dello spirito ed anche quando le gambe cominciarono a vacillare continuò il suo compito con la perseveranza di chi si sente in grado umilmente di servire: “Io non so fare altro - era solito dire fra’ Nicola - gli altri sono in grado di fare ogni cosa.”



Frate Silenzio fu l’appellativo che ben presto gli diedero i confratelli mentre i cagliaritani, oscurando nella memoria il suo nome, Giovanni Medda, continuano a ricordarlo per il modo eroico con cui ha condotto la sua missione, esercitando stoicamente le sue virtù. Il che dimostrerebbe, secondo la chiesa, che i doni di Dio sono stati accolti. Eppure santi non si nasce, lo si diventa con il processo di canonizzazione e proprio come un vero uomo di Dio fra’ Silenzio si muove come un pellegrino intrepido. E’ stato detto di lui che abbia condotto una lunga via deserta di ogni gioia terrena e di ogni umano ristoro, in solitudine. Ma insieme è stato raccontato di un percorso di vita circondato da una cordialità e da un calore umano non comuni. Pare che fiorissero attorno a fra’ Nicola un numero incredibile di prodigi ma soprattutto correva voce che lui riuscisse a strappare i miracoli coi denti.



La sua fama raggiunse in tempi brevi un numero sempre maggiore di fedeli perché, sfidando letteratura medica e leggi universali con la sola forza della preghiera, i malati guarivano e i bimbi prematuri ai quali non veniva data alcuna speranza di sopravvivenza, crescevano in salute.



Ormai frate Nicola non poteva più nascondere il fascino che il contatto con Dio gli conferiva, né tantomeno poteva controllare il magnetismo di certi fatti che accadevano a lato delle sue preghiere.



Questo rende sicuramente il personaggio di fra’ Nicola da Gesturi controverso e non soltanto per il modo singolare con cui ha collaborato con l’istituzione ecclesiale. Perché se da una parte la beatificazione è in corso dall’altra la chiesa cattolica non ha finora riconosciuto la sua santità.



Esistono quattro i criteri per verificare se si è davanti a un miracolo: la guarigione deve essere completa, scientificamente inspiegabile, immediata e duratura. L’assenza di uno di questi requisiti attribuisce, in sostanza, la guarigione all’efficacia delle cure mediche decretando l’assenza di miracolo.
Ma poco importa se quando c’era da ottenere una grazia lui pare non si fermasse solo alla preghiera, lui pretendeva di diventare una vittima destinata alla propiziazione, espiando ogni qual volta vedeva il male morale ed i peccati dell’uomo.



Al punto che la comunità intera non poteva non notare questa sofferenza che, secondo la chiesa cattolica, è il modo in cui si esprime il contatto con Dio. Sì, perché è proprio opera di Dio l’emanazione della forza attraverso le persone più umili che, in apparenza insignificanti, risultano essere in una posizione di centralità.



Citando san Paolo: “Signore ti ringrazio che hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.”


Forse nasce da questo la contraddizione mai risolta di una santità mai accordata dalla chiesa ufficiale che, per il popolo dell’isola e i numerosi devoti, non ha bisogno di conferme.
Fra’ Nicola prevedeva il futuro con una precisione che ben presto diventò inquietante, ma l’istanza di chiaroveggenza viene respinta negli ambienti ecclesiali e tradotta con una capacità del Beato di leggere nei cuori.
E ancora una volta ecco tornare nella realtà di una Sardegna fervente l’ovvia realtà dell’opinabile. Quante mancanze operiamo con le parole? Emblema di un’umiltà senza vuoto, priva di ogni forma di aridità anche dopo la vita questo semplice frate cercatore lascia che siano gli altri a prendere la parola.



La città di Cagliari accolse commossa la notizia della morte di fra’ Nicola da Gesturi. Veniva soltanto sottratto alla loro terra, l’amore per questo santo rimane vivo in una scia luminosa che porta tanto beneficio. Dove passano i santi fiorisce il bene e così si spezzano i vincoli della carne e si rinsaldano quelli dell’amore. Cagliari e i cagliaritani non possono dimenticare quella stima, quella pura venerazione che li animava, quella forza tanto potente quanto semplice che irradiava. Si decreta così una fama di santità che era rimasta impigliata tra loro, nelle case dove il frate veniva spesso invitato, in cui entrava per pregare, per dare conforto e per chiedere le grazie.




Tra i numerosissimi devoti, non solo negli ambienti sardi, si spera di poter celebrare il processo di canonizzazione a giugno 2018 a 60 anni dalla morte del cappuccino mentre per la confraternita per far ripartire il processo di canonizzazione bisogna soltanto pregare.
Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II, il 3 ottobre 1999 a 41 anni dalla sua morte l’8 giugno del 1958, e proclamato maestro di vita mentre il ministro provinciale dei padri cappuccini di Sardegna e Corsica, Giovanni Atzori, invia una lettera circolare che conclude così: “Grazie per aver bussato un giorno al nostro convento e per aver portato nelle case delle persone che incontravi un pezzo di cielo. Ora è tempo di paradiso.”



Se ogni santo per la chiesa cattolica è un capolavoro di Dio, certamente fra’ Nicola che ha tra le sue peculiarità l’umiltà, non fa alcuna eccezione.
O forse sì perché come in un finale aperto di un film sgombera il campo dalle contraddizioni di una fede letteralmente messa in croce, dilaniata tra dogma e mistero. Veniva soprannominato “ostensorio ambulante per le strade di Cagliari” per come sapeva rappresentare una spiritualità dell’essenza e, come dicono i suoi confratelli, padri cappuccini: “Per frate Silenzio il processo può tranquillamente astenersi.”

Anna Maria Turra

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