Gallura, dove la nautica mette il turbo
Gallura, dove la nautica mette il turbo
È uno dei settori che fanno più da traino all’economia del territorio. A Olbia uno dei distretti più importanti del Mediterraneo
Navigare in acque difficili. Superando la tempesta. Il settore nautico per vocazione dovrebbe esserci abituato. Superato l’effetto pandemia, la nautica ha le carte in regola per reagire alla crisi. La Sardegna risulta essere infatti la seconda regione per posti barca: 19.482. Yacht e maxi yacht hanno registrato tra il 2008 e il 2017 una crescita di quasi il 40%, che compensa i numeri meno positivi delle barche tra i 10 e i 24 metri. In questo senso la Gallura da sempre rappresenta il fiore all’occhiello del settore, grazie a un sistema turistico di eccellenza che ruota intorno al modello Costa Smeralda. Da Olbia fino a Portisco, da Porto Cervo arrivando a Palau e La Maddalena, i porti turistici sono un motore del fuoribordo turistico nell’economia gallurese. Il mercato più florido per il refit resta quello dei natanti, ma soprattutto le imbarcazioni: quelle di lunghezza tra i 10 e i 24 metri. In questo segmento quello di Olbia è uno dei distretti industriali più importanti del Mediterraneo.
Nei terreni di Su Arrasolu, che i fratelli Pirro hanno acquisito dal Cipnes, è in fase di completamento la nuova sede della Novamarine, su una superficie coperta di 8 mila metri quadrati, con due capannoni e un centro all’avanguardia per la costruzione di imbarcazioni. Perché il progetto nasce sulla spinta di precise indicazioni del mercato, con una produzione di barche made in Olbia che avrebbe dovuto raddoppiare nei prossimi anni, per soddisfare le richieste in arrivo da mezzo mondo. Un altro dei simboli della crescita del comparto, che ha scelto sempre Olbia, è il progetto presentato da Industrie Cala Saccaia srl, che sta realizzando un capannone per la lavorazione e la rimessa di yacht fino a 100 metri. Protagonista la famiglia Vanelo, dell’omonimo gruppo titolare del Cantiere Valdettaro, tra i big nazionali della nautica. (Giandomenico Mele)
Credits
- Ph Marcello Chiodino