Gallura, una terra ricca di capolavori del passato
In Gallura basta guardarsi attorno per imbattersi nei capolavori della storia. L’intero territorio, dal mare all’entroterra, è disseminato di siti archeologici che abbracciano un vasto arco temporale. La zona di Arzachena è ricca di preziose testimonianze soprattutto di età nuragica. E la stessa cosa accade in altre aree della Gallura.
A Santa Teresa merita una attenta visita il complesso di Lu Brandali, che conta un nuraghe, un villaggio e una tomba dei giganti, mentre a Capo Testa si possono addirittura scoprire i resti di alcune cave romane. Poco più a sud, a Palau, si può invece ammirare la tomba dei giganti di Li Mizzani.
L\'acquedotto romano di Olbia
Un importante custode del passato è poi il comune di Olbia. Qui a resistere allo scorrere dei millenni sono il pozzo sacro di Sa Testa, il nuraghe Riu Mulinu e la tomba di Su Mont’e s’Abe. E poi ancora l’acquedotto romano di Sa Rughittula e le mura di cinta di epoca punica. Senza dimenticare il museo archeologico, dove sono esposte due navi di età imperiale.
Invece ai piedi dell’antica basilica di San Simplicio, sempre a Olbia, si trova il museo sotterraneo della necropoli, che conta tombe romane, pozzi greci e la rampa di accesso al tempio di Cerere. Nell’agro olbiese svetta infine il castello di Pedres (nella foto in alto), mentre a Porto Rotondo è stata da poco scavata una torre di avvistamento punica.
Grandi ricchezze anche nelle zone più interne. Nel territorio di Tempio Pausania a richiamare numerosi visitatori sono il nuraghe Majori e il nuraghe Izzana, lungo il confine con Aggius. Sempre nell’Alta Gallura sono molto apprezzati la tomba dei giganti di Pascaredda, a Calangianus, e i quattro dolmen di Luras. Invece Luogosanto, oltre per le sue architetture religiose, è famoso anche per il castello di Balaiana, il palazzo di Baldu e la capanna delle riunioni di Monti Casteddu.
Dario Budroni