George Clooney e la passione per la Costa Smeralda
Classe ‘61. Due Oscar all’attivo, uno come migliore attore per Syriana; l’altro conquistato tra le fila dei produttori per il film di Ben Affleck Argo. Eppure la carriera di George Clooney non comincia sul grande schermo.
Nato a Lexington, una piccola città del Kentucky, il suo contatto con la televisione e con lo show business è dovuto in particolare alle attività di famiglia, a cominciare dal padre Nick, storico giornalista e anchorman locale. La svolta avviene però con l’incontro con un altro parente, Miguel Ferrer, figlio del premio Oscar José. «Dovresti venire a Hollywood a fare l’attore», gli disse all’epoca il cugino, e George non ci pensò due volte.
Dopo un lungo periodo passato al cinema, George Clooney decide di tornare al punto di partenza. E lo fa con una scelta sulla carta coraggiosa: Catch-22. Negli Stati Uniti è considerato un classico della letteratura americana, ma è interessante notare una coincidenza certamente dettata dal caso, ma che attribuisce alla storia di un significato ancora più profondo e romantico. La prima edizione del romanzo è datata 1961, lo stesso anno di nascita di Clooney, che non si è lasciato scappare la possibilità di adattare per il piccolo schermo un testo amaro, che tratta delle difficoltà della guerra, e allo stesso tempo ironico, capace di prendersi gioco delle regole e dei meccanismi interni dell’esercito.
Il regista americano ha scelto come palcoscenico della sua trasposizione alcune zone dell’Italia, con cui Clooney ha instaurato un forte legame affettivo, viste le innumerevoli occasioni in cui si dirige nel nostro Paese durante l’estate. «Non è un mistero che io ami l\'Italia e che ci passi un bel po\' del mio tempo: una delle cose belle del produrre Catch-22 è stato trascorrere sette mesi di fila in Italia! Ho amato ogni giorno di lavorazione a Roma. Pranzi fantastici, cene meravigliose, gente deliziosa, dovunque andavo era così. In Italia mi sento come se fossi nella mia seconda casa» dichiara Clooney a Repubblica.
Oltre alla capitale, Clooney ha scelto come set principale della serie la Costa Smeralda, una regione molto cara all’attore, come afferma a La nuova Sardegna. «Ho girato la Sardegna in motocicletta e la conosco molto bene. È magica. E la lingua locale è completamente diversa dall’italiano, quindi non mi sento più straniero, che so, di un milanese».
Nel 2008 ci era arrivato a bordo dello Yacht “Silver”, lungo ben 74 metri e dove sostò per alcuni giorni insieme all’ex-modella Cindy Crawford e al marito Rande Gerber, il socio di Clooney della “Casamigos”, l’azienda miliardaria produttrice di tequila. Ha conosciuto i sapori tipici sardi nel ristorante Pedrinelli al Piccolo Pevero, e dopo aver toccato il mare cristallino della costa, si sono lasciati andare con un buon aperitivo all’Hotel Cala di Volpe, uno degli storici e sontuosi alberghi della Costa Smeralda.
Dieci anni più tardi l’attore invierà dei cacciabombardieri americani della Seconda Guerra Mondiale, in direzione Venafiorita, la vecchia zona aeroportuale di Olbia usata dal principe Karim Aga Khan come punto di contatto tra la Costa Smeralda e il resto del mondo, fondando la compagnia aerea Alisarda, divenuta poi Meridiana e Air Italy. Da quando però negli anni ‘70 fu creato il nuovo scalo Olbia Costa Smeralda, Venafiorita fu lasciato in balìa del tempo, che non ci ha messo molto a trasformarlo in un posto abbandonato alla natura. Le sue ampie distese incontaminate hanno però convinto Clooney a trasferire la troupe e il cast in Sardegna.
Per sviluppare il racconto lontano da occhi indiscreti, il regista si servirà della villa H2O, situata nell’area turistica di Puntaldia e a pochi passi da San Teodoro. È perfetta non solo per ottenere la privacy desiderata, soprattutto se si ha a che fare con una grossa produzione americana, ma anche per la vista straordinaria del complesso, che si trova nel punto più alto della zona affacciandosi da una parte sull’isola di Tavolara e dall’altra sulle spiagge di Cala Brandinchi e Lu Impostu.
«La vostra è una terra meravigliosa, fatta di passioni, convinzioni, amore e cibo impareggiabile. – spiega Clooney su Elle- Il centro storico di Olbia è stupendo, l’architettura liberty di Palazzo Colonna, la Basilica di San Simplicio, e il Nuraghe Riu Mulinu. Le spiagge sono incredibili, mai visto cale come Razza di Junco e la Spiaggia dei Sassi».
Durante le riprese di Catch-22 il divo ha avuto modo di scoprire ancora di più i sapori del cibo locale, un po’ come il personaggio di Milo Minderbinder quando, nel pieno dei suoi lunghi viaggi in Italia, si è trovato di fronte alle prelibatezze nostrane. Dopo essere stato immortalato mentre stava acquistando del pecorino da un pastore sardo, Clooney è rimasto affascinato da alcuni dei prodotti tipici della regione: «La Sardegna è come una seconda casa italiana, per noi, dopo Laglio. Adoro il pane Carasau. Ne mangerei a quintali. – sostiene in un’intervista al settimanale Oggi - E poi il mirto: lo conosco da 20 anni, ma bevendolo tutti giorni per mesi mi ha fatto ringiovanire».
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Come si legge sull’Hollywood Reporter, ha incanalato al meglio il sense of humour tipico del nostro Paese, se si pensa all’incidente spiacevole che gli è capitato lo scorso anno a Olbia. «È stato un momento davvero divertente – scherza con il giornalista - Ho imparato che davvero, davvero, non posso volare. Ho imparato quella lezione davvero bene. L’incidente mi ha buttato fuori dalle scarpe. Stavo solo aspettando che l\'interruttore si spegnesse perché ho rotto il parabrezza con la testa, e ho pensato, \'OK, bene, questo è il mio collo\'. Se uno davvero avesse nove vite, penso di averle consumate tutte contemporaneamente; quindi posso lasciare andare la moto per un po\'».
Nonostante ciò, l’esperienza dentro e fuori dal set è andata oltre le aspettative, a giudicare dalle parole entusiastiche dell’attore in occasione della fase promozionale della serie in Italia. «Abbiamo amato ogni minuto di questa esperienza nell\'isola, abbiamo fatto grandi amicizie che resteranno per tutta la vita - ha dichiarato l\'attore americano a La Stampa - Quando siamo arrivati per girare in Sardegna era inverno e quando ce ne siamo andati era estate. La Sardegna è un posto meraviglioso e le persone che ci vivono sono molto accoglienti. Il cibo è unico. Il vino è diverso. Ho una casa a Como e le cose sono molto differenti. Abbiamo amato ogni minuto di questa esperienza, abbiamo fatto grandi amicizie, che resteranno per tutta la vita».
Riccardo Lo Re