Giochiamo a Tancas
Passa dal via, paga un tributo, pesca una carta e gareggia con i tuoi avversari per ottenere il titolo di magnate più ricco... della Sardegna! Se per un momento hai pensato che stessi descrivendo l\'amato e conosciutissimo Monopoly non sei andato totalmente fuori strada. Il gioco da tavolo di cui parliamo infatti prende in prestito diverse meccaniche di uno dei boardgame più famosi del mondo, il tutto per trasportarle con leggerezza e simpatia nell\'isola della Sardegna, in mezzo alle sue tradizioni e ai suoi più famosi volti.
Ti presento quindi Tancas, nato dalla geniale mente di Simone Riggio, grafico di Santu Lussurgiu e dalla collaborazione con la cooperativa Demoelà. Dalla grafica moderna e intrigante, il gioco ci porta da subito dentro l’isola che si fa quadrata per stare perfettamente nel percorso che tutti conosciamo bene. Davanti a noi i terreni da comprare e su cui edificare, le ghiottissime caselle società, quelle speciali e ovviamente due pile di carte pronte a sorprenderci. Dove sta la novità?
È presto detto: giocando a Tancas scoprirai che le “società” sono tutte legate al territorio e ognuna di loro ha la sua peculiarità, conoscerai - e cercherai di comprare a tutti i costi - le città più iconiche dell’isola, da Porto Cervo a Sant’Antioco passando per Oristano.
Camminando per il tabellone di gioco inoltre, passerai per alcuni dei siti archeologici più importanti della storia sarda, e dopo aver versato dei francos - la moneta del gioco, nonché valuta storica della Sardegna - nel pozzo sacro di Santa Cristina per preservare questi luoghi, potrai decidere se proseguire la tua strada nel tabellone o prendere una scorciatoia a bordo del Trenino Verde.
Luoghi da conoscere, azioni da fare, città da visitare: se è vero che Tancas richiama delle meccaniche conosciute, è anche vero che ha un’anima tutta sua che ti spinge inevitabilmente al tavolo per giocarci. È la Sardegna con le sue tradizioni e contraddizioni, del resto, l’aggiunta speciale di questo gioco.
Ce lo dimostra anche il titolo, contrazione del vero sottotitolo del gioco nonché detto popolare che testimonia il periodo capitalista dell’isola con un tono critico e ironico allo stesso tempo.
Il sottotitolo recita così:
“Tancas serradas a muru, fattas a s’afferra afferra, si su chelu fit in terra, che l’aian serradu puru”
e significa:
“Terreni chiusi dai muri, fatti all’arraffa arraffa, se il cielo fosse in terra avrebbero recintato pure quello”.
Proseguendo la partita poi scoprirai le carte Amistade e Chentu Concas e chentu berrittas. Ogni volta che la tua pedina si fermerà su quelle caselle scoprirai qualche divertente usanza e modo di dire sardo, ti farai largo una casetta alla volta tra le zone dell’isola e gareggerai per diventare il più ricco di tutti, un francos alla volta.
Il gioco, uscito nel 2018, è già alla sua seconda edizione e in Sardegna ha riscosso grande successo sia tra i più orgogliosi che tra i giocatori più casual. Un must per i collezionisti di giochi da tavolo e per i più curiosi, di certo un passatempo di cui non potrai pentirti!
Benedetta Piras