Giorgio Armani Privè – Viaggio nel mondo dell’Ikat
La nuvola non è solo un’ispirazione romantica ma anche il significato della parola Ikat, un’antica tecnica di tintura a riserva utilizzata in molti paesi orientali per decorare i tessuti. Il procedimento consiste nell’annodare i filati in modo che la parte stretta nel nodo non venga tinta, e in seguito, possono essere tessuti in trama e ordito o soltanto in trama. Fra i paesi che utilizzano questa tecnica remota e di forte suggestione, ci sono l’Uzbekistan, l’Indonesia, la Birmania e la Malesia, che entrano nell’immaginario di Giorgio Armani per trasformarsi in un viaggio alla ricerca di tradizioni culturali che hanno ancora molto da offrire.
Come eteree, impalpabili, coloratissime nuvole, ecco materializzarsi gli abiti della collezione Armani Privè Primavera Estate 2020. La nuova collezione, presentata a Parigi nel Pavillon Vendôme durante la Paris Fashion Week, rivisita la moda etnica contaminandola con l’allure tipica della Maison. Combinando segni visivi di culture remote a geometrie concettuali, Armani ha creato veri e propri capolavori di manualità, con ricami, stampe, intarsi, che nella loro splendente espressività incantano lo sguardo e ci fanno volare ai confini del mondo.
Nuvole di blu elettrico e azzurro polvere, rosa carico e rosa cipria, verde peacock e rosso rubino fluttuano sulle passerella come apparizioni fugaci lasciando una scia luminosa di cristalli e di colori sfuocati, aerei e brillanti. Non manca l’intramontabile nero, che si rivela nel tulle di gonne lasciando trasparire ricami di paillettes, e nelle spencer jacket abbinate ad ampie gonne con frange di perline o a pantaloni morbidi in taffetà.
Forme e volumi prendono corpo dall’incedere delle modelle, le linee seguono le silhouette dei corpi, traducendosi in capi di alta sartoria che si discostano dall’allure folk tipica del tessuto per declinarsi nel più sublime stile Armani, componendo tavolozze cromatiche che assorbono le antiche culture restituendole sotto forma di strumenti di seduzione contemporanea.
I codici Armani sono tutti presenti, ma declinati in soluzioni originali che spaziano da giacche decorate con perline ad altre strutturate e sartoriali, scomponendo i tailleur pantalone per diventare coordinati e interscambiabili, per poi sublimarsi di sera in abiti di taffetà, tulle e riflessi preziosi, che siamo certi saranno ambitissimi sui red carpet. L’esclusivo pubblico femminile presente in sala ne è stato la promessa, nel front row si sono viste infatti Reese Whiterspoon (in jumpsuit tempestato di paillettes), Bel Powley, Anna Wintour e Giovanna Battaglia, ma anche una raffinatissima Juliette Binoche.
Questa collezione Privè nasce da un ricordo personale di Giorgio Armani, che già nel 1989 aveva realizzato tre giacche da coperte Ikat: bellissime ma pesanti, non aveva più ripetuto l’esperimento. Da questa memoria e da una nuova elaborazione della tecnica in forma più leggera, è nata una collezione straordinariamente incantevole, con abiti “pensati più per una donna che partecipa allo spettacolo della propria vita che a una donna che si veste per dovere sociale” sottolinea Re Giorgio, e noi non possiamo che condividere.
Nathalie Anne Dodd