Giuseppe Tornatore in Sardegna per raccontare Morricone
Doppia tappa sarda per Giuseppe Tornatore e il suo Ennio. Il 23 luglio il regista siciliano ha accompagnato a Carloforte, alla XVI edizione di Creuza de mà, il festival della musica per il cinema diretto da Gianfranco Cabiddu, il documentario dedicato al compositore e amico Ennio Morricone, scomparso 2 anni fa.
Il bis a La Maddalena, durante la XIX edizione de La valigia dell’attore. Ma solo per Ennio, proiettato il 26 senza Tornatore, causa concomitanza di impegni, e definito dall’autore «un regalo di Ennio: sono felice che abbia potuto partecipare insieme agli altri personaggi intervistati». Al racconto del due volte premio Oscar, che con Tornatore ha lavorato in dieci film, hanno partecipato artisti del calibro di Carlo Verdone, Clint Eastwood, Quentin Tarantino, Oliver Stone, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Nicola Piovani, Bruce Springsteen, Lina Wertmuller e Zucchero Fornaciari, solo per citarne alcuni. Tutti insieme appassionatamente per omaggiare il maestro. Che tra i film di Tornatore ne amava uno in particolare. «Una pura formalità, per la somiglianza tra lo schema narrativo e la partitura musicale», ricorda il cineasta di Bagheria.
«Il rapporto tra regista e compositore è misterioso, perché si trova a dover collegare due linguaggi diversi: io da subito ho pensato di affidarmi a Ennio, e non ho sbagliato. Piuttosto, lui non era consapevole della sua genialità», spiega. «L’idea di cercarlo per Nuovo Cinema Paradiso, il primo film insieme, fu del mio produttore: io onestamente non pensavo che potesse prendermi in considerazione. All\'inizio disse di no, era impegnato con un film americano, poi lesse il copione, mi convocò a casa sua e mi disse che avrebbe accettato. E da quel momento, per 32 anni, abbiamo sempre lavorato insieme».
Donando al mondo capolavori come L’Uomo delle Stelle, La Leggenda del Pianista sull’Oceano e Malèna. «Non ho mai avuto l’esigenza di fare un film su Morricone: l’idea è venuta a due giovani produttori che me l’hanno proposto», svela il retroscena Tornatore. «Mi è sembrata bellissima anche se complicata: conoscendo Morricone non ero sicuro che avrebbe accettato di raccontarsi, e invece lo fece con entusiasmo, forse perché la nostra frequentazione era così antica, personale e stretta». Come poteva mancare, allora, un film così nella storia di Tornatore, tra i più grandi registi italiani di tutti i tempi, premio Oscar nel 1990 proprio per Nuovo Cinema Paradiso. «La regia? Ho sempre voluto fare cinema. Certo, guardare il mondo attraverso una macchina da presa mi ha condizionato, ma mi anche ha insegnato molte cose», aggiunge. Già proiettato verso il prossimo film. Con discrezione. «Ci sto lavorando», ammette, «ma preferisco non anticipare nulla: tutto le volte che l’ho fatto il progetto non è andato in porto».
Ilenia Giagnoni