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I Duncas, la band di Salvatore Niffoi
18 Luglio 2020

I Duncas, la band di Salvatore Niffoi


I Duncas, la band di Salvatore Niffoi, sta lavorando al concept album che attinge da una storia del famoso scrittore che inizia così: “Io sono nato per sbaglio”.



Incipit di un’infanzia sbagliata, un racconto forte in cerca di un’anima rocchettara tra le metriche complesse di un racconto del Niffoi iconico, scrittore della terra di uomini e millenni approdati a caso in Sardegna e ora famosi in tutto il mondo. La band che nell’attuale formazione vede Francesco Lodi alle tastiere, Mauro Medde bassista, Alberto Ferreri batterista, con l’aiuto di nuovi strumentisti intende portare a termine il progetto su cui lavora da oltre un anno.


La strofa “E di questo mondo non mi va bene niente. Se mi avessero lasciato là dov’ero sarebbe stato meglio” decreta la traccia di coazioni a ripetere in cui è una sorta di disagio ancestrale a fornire materiale per scandagliare la realtà.



«Siamo così noi sardi - ammette lo scrittore Salvatore Niffoi - con la vocazione a sniffare la vita e la scimmia pesante del passato sulla schiena, è questa nostra attitudine a portarci bene: quasi sempre quando non ci porta male e allora ci chiude un’autarchia mentale che rasenta l’ottusità».



Lo scrittore lascia spiegare al batterista Alberto Ferreri la straordinaria sfida che rappresenta l’accostamento della musica alla cifra narrativa.


«Dobbiamo adeguare ciò che intende Salvatore al progressive rock, il nostro pane quotidiano, che non è precisamente un genere accattivante per grandi numeri. In Italia è rimasta una cerchia d’élite che forse sarebbe più preciso definire d’ombra, - spiega Ferreri - eccellenze come le Orme e la Pfm impreziosiscono il panorama italiano. La Premiata Forneria Marconi è stata prodotta in America, prima band ad intraprendere un tour oltreoceano e a spaccare la critica, tra scetticismo e ammirazione, guadagnando la definizione di \"spaghetti-rock\".  Addirittura, in riviste specializzate dall’attendibilità incrollabile, si è scritto che morto il batterista dei Led Zeppelin si sia pensato seriamente di chiedere di subentrare a Franz Di Cioccio».



Nel lavoro d’insieme che I Duncas esercitano, si accede ad un interessante piano creativo, composizioni di pochissime note tra elementi selezionati, secchi e incalzanti che evocano nella loro crudezza la cifra di Niffoi.



E’ un progetto appassionante e formativo; lo sostiene il batterista che spiega: «Di Salvatore Niffoi leggevo i libri prima ancora che fosse famoso, ha la capacità di far immedesimare il lettore, attinge dall’immaginario di un paese piccolo nel quale sono cresciuto e tra le righe riconosco le persone anche se non vengono chiamate per nome. - prosegue Alberto Ferreri - Per fortuna nostra continua a scrivere anche dopo il premio Campiello. Tra il chiaro scuro costante, nel confine della sua narrazione, noi cerchiamo di sintonizzarci ed è questo che ci permette di fare cose alternative. Cerchiamo, per dar risalto al testo, di rimanere su un piano di semplicità melodica».



Così il gruppo musicale si appresta alla chiusura dell’album, risalendo l’architettura di una condizione ricorrente nelle storie di eremitaggio emotivo, in uno sperimentale approccio adiacente a sfaccettati personaggi, la libertà di comporre si dilata tra le intuizioni di ciascuno e attinge a concetti di bellezza o gioia di vivere che sono patrimonio comune.



Nelle straordinarie aree della mente creativa il musicista si muove tra metriche che sono fatte essenzialmente di numeri, prima ancora di esser chiamate armonie sono degli appoggi mentali, come dei ganci sulla roccia per uno speleologo. Farlo per I Duncas, nella metrica di Salvatore Niffoi, significa condividere un vissuto comune ma anche spostare un limite.



Francesco Lodi, originario di Orani, è alle tastiere e da piccolo suonava l’organetto su insegnamento del nonno, è un talento naturale che oggi a 17 anni continua ad approfondire i suoi studi con impegno al liceo musicale di Nuoro. Mauro Medde è il bassista della vicina Gavoi, dopo gli studi al conservatorio con Massimo Moriconi, il bassista di Mina, rivela la sua natura di polistrumentista e tra organetto, percussioni e chitarra risulta il vero jolly nella base melodica. Alberto Ferreri, batterista, ha studiato da privatista con Giampaolo Conchedda, manifesto della batteria in Sardegna: è lui a mettergli le bacchette in mano e, quando al Drummers Collective di New York City incontrerà Pat Petrillo, Sandy Gennaro la sua carriera artistica apparirà predestinata.



Nel corso di diversi stage praticati a New York Ferreri incontra la vocazione all’insegnamento che considera il grande motore della crescita individuale. Diventa parte dell’Accademia di musica moderna di Franco Rossi che fornisce, tra i vari crediti formativi, la certificazione europea attraverso la London performers education board; drum instructor per la Sardegna Ferreri racconta



«Sono molto fiero di questo ruolo e anche del fatto di essere entrato nella cerchia degli endorser per la Vulcan, marchio siciliano che produce piatti della batteria a mano e, progettati in Italia, li realizza in Turchia. Il giovane titolare che si sta battendo fortemente per questo suo progetto, fa apparire tutti noi dell’accademia Franco Rossi come testimonial nel suo catalogo di presentazione»   



Con energia e dedizione il gruppo musicale I Duncas sta lavorando per il concept album di 10 canzoni che hanno un unico filo conduttore.


«La tecnologia ci aiuta ma il divieto di assembramenti non ci ha semplificato le cose, il feeling che si crea dal vivo e nelle prove non ha eguali, - precisa Ferreri - marcare la letteratura di Salvatore Niffoi con la nostra musica è la sfida che stiamo attraversando. Speriamo di esserne all’altezza».



Anna Maria Turra


Inspiration

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