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Parco archeologico Arzachena (ph. Dario Garofalo)

text Giandomenico Mele
photo Dario Garofalo

2 Maggio 2024

I siti archeologici da vedere vicino Porto Cervo

Tesori unici che raccontando storie di civiltà antiche e culture scomparse

Per gli appassionati di storia e archeologia, Porto Cervo propone un itinerario affascinante che consente di esplorare i resti di antichi insediamenti e di immergersi nel ricco fascino del suo passato remoto. Un’opportunità unica per riscoprire la storia di un luogo che, con la sua bellezza senza pari, racconta anche la tradizione millenaria di una Sardegna misteriosa e affascinante. Ecco una guida per scoprire alcuni dei siti archeologici più suggestivi di Porto Cervo e dintorni.

Parco archeologico Arzachena (ph. Dario Garofalo)

Complesso di Nuraghe Albucciu, il nuraghe tra gli ulivi

Il punto di partenza ideale per un viaggio alla scoperta della storia antica di Porto Cervo è il nuraghe Albucciu. Immerso in un paesaggio caratterizzato da vigneti e campi destinati al pascolo, e situato a soli due chilometri e mezzo dal centro di Arzachena, questo nuraghe rappresenta uno degli esempi più significativi e affascinanti di edifici “a corridoio”, anche noti come protonuraghi. Questi edifici, considerati antenati dei nuraghi, presentano coperture tronco-ogivali che mostrano già l'influenza delle tecniche di costruzione successive, come quella a tholos. Risale al Medio Bronzo (XV secolo a.C.) ed è nascosto tra i boschetti di olivastri e la tipica macchia mediterranea. Una delle caratteristiche distintive del nuraghe Albucciu è la sua tecnica costruttiva: i massicci blocchi di granito sono stati collocati con grande precisione, accostandosi a una grande roccia granitica chiara che costituisce una parte fondamentale della muratura dell’edificio principale e di tutto il complesso. Tra i reperti più significativi rinvenuti nel sito, spiccano un pugnaletto a elsa gammata, una statuetta di offerente e un ripostiglio di bronzi, che permettono di datare il nuraghe tra la fine del Bronzo Medio e l’Età del Ferro, circa tra il 1400 e il 650 a.C. L’area archeologica comprende non solo il nuraghe, ma anche i resti di capanne circolari e, a 80 metri dal complesso, la Tomba dei Giganti, conosciuta come Tomba Moro. Non lontano dal sito si trova inoltre il tempietto nuragico di Malchittu, un altro straordinario esempio di architettura antica che arricchisce ulteriormente il patrimonio archeologico della zona.

Complesso di Nuraghe Albucciu

Il sito archeologico di Coddu ‘Ecchju’, la tomba più antica della Gallura

A soli 6 km dal pittoresco borgo di Arzachena, nei pressi del Nuraghe di Prisgiona, si trova il sito archeologico di Coddu 'Ecchju', un'antica tomba collettiva risalente all'Età del Bronzo. Questa tomba a galleria, costruita tra il XXI e il XIX secolo a.C., è una delle testimonianze più affascinanti dell'antico rituale funerario della Sardegna preistorica. Successivamente, venne aggiunta l'esedra, una zona cerimoniale situata nella parte anteriore della struttura. La facciata della tomba è costituita da una serie di steli allineate e conficcate nel terreno, con al centro una stele imponente, alta circa 4 metri, adornata da una cornice in rilievo. Alla base di questa lastra si trova un’apertura utilizzata per depositare le offerte destinate ai defunti, un gesto che riflette la sacralità del luogo. Il corridoio funerario, lungo oltre 10 metri, è protetto da un grande tumulo di terra. All’interno di questo spazio venivano collocati i corpi dei defunti, senza distinzione di genere, età o posizione sociale, testimonianza di una comunità che accoglieva i suoi membri in modo universale nell’aldilà.

Complesso di La Prisgiona, uno dei più importanti esempi di architettura funeraria nuragica

Poco distante dal sito archeologico di Coddu Ecchju si trova il sito archeologico più importante della Gallura: il complesso della Prisgiona. Il sito è formato dal Nuraghe, intorno al quale venne costruito il villaggio di capanne. Il complesso venne costruito a partire dal XIV secolo a. C e si pensa che rimase attivo fino al VIII secolo a. C. Il Nuraghe, una torre di due piani, è sopraelevato rispetto al resto degli edifici, indicando la sua importanza politica e sociale. Le pareti, costruite tramite la tecnica della "falsa cupola" (in cui si impilano pietre di diametro sempre più piccolo), hanno la tipica forma ogivale dei nuraghi. Grazie agli oggetti ritrovati al suo interno si è compreso che la struttura veniva usata come magazzino, ma soprattutto per la preparazione di cibi e bevande. All'eterno si trova un cortile, in cui è situata la capanna delle riunioni, in cui sono stati ritrovati numerosi oggetti per rituali, tra cui le brocchette askoidi. La presenza di un pozzo, profondo otto metri e tutt'oggi funzionante, fa pensare che il Nuraghe servisse anche per l'approvvigionamento idrico. Il villaggio circostante si estende su un territorio di quattro ettari. Grazie agli scavi sono state rinvenute capanne circolari, raggruppate in isolati, attraversati da piccole vie lastricate. Gli oggetti e i reperti biologici rinvenuti nel villaggio testimoniano uno stile di vita agro-pastorale, tipico di questo periodo.

La Prisgiona

Necropoli nuragica di Li Muri, la tomba aristocratica

Proseguendo il percorso archeologico, si giunge alla Necropoli di Li Muri, un sito di straordinaria importanza che ospita numerose tombe risalenti all'Età del Bronzo. Situato a circa un chilometro dalla famosa Tomba dei Giganti di Li Lolghi e non lontano dal borgo di Luogosanto (clicca qui per scoprire cosa fare e vedere a Luogosanto), Li Muri rappresenta il sito più antico del parco archeologico, con una storia che si estende per circa 6000 anni. I circoli funerari di Li Muri sono tra le testimonianze più antiche del megalitismo europeo occidentale e trovano analogie in altre aree del Mediterraneo, come la Corsica meridionale, la Catalogna e il Midi francese. In Sardegna, tuttavia, questo tipo di sepolcro è diffuso quasi esclusivamente nella Gallura, in particolare nell'area di Arzachena. La necropoli di Li Muri è composta da quattro circoli funerari, tutti disposti in maniera tangente fra loro, con diametri che vanno dai 5 agli 8,5 metri. All’interno di ciascun circolo funerario, si trova una cassa litica rettangolare, che conteneva uno o al massimo due corpi, disposti in posizione rannicchiata. Il fondo della tomba e i corpi stessi erano cosparsi di ocra rossa, simbolo di rigenerazione e rinascita, un'usanza che caratterizza molte sepolture megalitiche dell'epoca. I defunti erano accompagnati da un corredo di oggetti di valore, come collane e lame di selce, che suggeriscono che a Li Muri venissero sepolte persone di particolare rilievo nella società. A completare la scena, all'esterno dei circoli funerari, si trovano i mehir, grandi pietre erette che probabilmente rappresentavano divinità o simboli religiosi, offrendo uno spunto per la comprensione del sistema di credenze di queste antiche popolazioni.

Tombe dei Giganti di Coddu Vecchiu (ph. Dario Garofalo)

Un ritrovamento di monete del IV secolo d.C.

Nel novembre del 2023, nei mari di Arzachena, è stato scoperto un prezioso deposito di follis risalente alla prima metà del IV secolo d.C. Durante un'immersione subacquea privata, sono stati rinvenuti diversi pezzi metallici, prontamente recuperati dal Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia. Grazie al peso complessivo del ritrovamento, gli esperti hanno stimato che il numero delle monete di bronzo, di grandi dimensioni, possa variare tra i 30.000 e i 50.000 esemplari. Queste monete, risalenti a un periodo compreso tra il 324 e il 340 d.C., sono state datate grazie alla presenza dell'effigie di Costantino il Grande, confermando così l'epoca storica di appartenenza del ritrovamento.

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