Il 2023 dei record di Mont\'e Prama: +17% sulla vendita dei biglietti
Si può dire che il 2023 è stato l’anno dei record per la Fondazione Mont\'e Prama gestita da Anthony Muroni. Dopo che il Gigante Manneddu è tornato a casa dopo la lunga esposizione newyorkese, è giunto il momento di compiere un breve resoconto della stagione appena passata. Partiamo dai numeri, l’unico vero indicatore della crescita della Fondazione che da anni continua ad arricchire l’offerta a turisti e residenti. Nello scorso anno sono stati staccati 156.071 portando i ricavi a 661.065 euro (+17%). I dati certificano inoltre l’interesse di un pubblico straniero che ha deciso di visitare i siti archeologici di Cabras. Gli Stati Uniti (+165%) ne vanno pazzi, ma colpiscono anche le cifre della Svizzera (+75%) che hanno dimostrato di saper apprezzare l’intero patrimonio archeologico della Sardegna. «Il 2023 - afferma il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni - è stato l’anno dei grandi numeri, quello durante il quale si è avviata una nuova fase del consolidamento della Fondazione insieme alla costituzione della nuova area scientifica, composta da un direttore e da tre archeologhe specializzate, che si occuperanno dello sviluppo delle ricerche in collaborazione con gli organi competenti».
Ci saranno inoltre delle novità nel 2024 con le celebrazioni per il 50° anniversario dalla scoperta dei Giganti di Mont’e Prama. La Fondazione ha deciso per l’apertura di un laboratorio di restauro visibile dal pubblico. I visitatori avranno così l’opportunità nei mesi di febbraio e aprile 2024 di assistere al dietro le quinte di un lungo processo di restauro grazie alla partnership della Soprintendenza ABAP di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna. Allo stesso tempo dentro il Museo civico si terrà l’esposizione temporanea del complesso statuario di Mont’e Prama vicino alla Sala del Paesaggio, nei pressi del Museo. Un’iniziativa che nasce dal lavoro del responsabile scientifico della Fondazione, Giorgio Murru, e che consentirà di ammirare le statue in tutto il loro splendore.
Sempre quest’anno proseguono i cantieri di scavo su cui la Fondazione sta investendo molto in termini sia finanziari che di risorse umane. Si comincerà con i siti di Conca Illoni e Cannevadosu, per poi intervenire con la prospezione dello stagno di Cabras.
«Vogliamo portare avanti una triennalità di lavori per provare a riscrivere la storia del Sinis e dell’uomo preistorico. - conclude il direttore scientifico Giorgio Murru - La ricerca archeologica nel sito di Mont’e Prama andrà a vanti per lungo tempo sotto la guida della Soprintendenza e anche a Tharros continueranno gli scavi universitari; dal canto suo la Fondazione implementa con ulteriori tre scavi, un’indagine che mira ad avere un quadro più preciso sulla frequentazione e l’antropizzazione del Sinis già a partire dal Neolitico».
Riccardo Lo Re