Il Complesso Nuragico Romanzesu a Sa Serra
In Sardegna, antiche rovine millenarie aspettano solo i visitatori più curiosi per farsi scoprire, alcune ancora preservate in larga parte, altre appena individuabili e quasi totalmente reclamate dalla natura; è questo il caso del complesso nuragico Romanzescu.
Quando capita di visitare un intero insediamento antico, la meraviglia non può che essere anche maggiore: passeggiare tra le rovine di un intero centro abitato, immaginando come dovesse essere la vita nei suoi confini, nell’epoca dei riti alla luna e dei guerrieri del bronzo è un’esperienza indimenticabile per chiunque visiti la Sardegna i suoi villaggi nuragici.
Il complesso nuragico
Proprio nel cuore della foresta di sughere dell’altopiano di Sa Serra, nel bel mezzo della selvaggia Barbagia nuorese, ha dimora uno di questi antichi villaggi: il complesso nuragico Romanzesu. Il sito archeologico, dell’estensione di sette ettari, è composto da capanne, templi, un pozzo sacro e anche un anfiteatro, e sebbene oggi la natura l’abbia rivendicato in gran parte, si può ancora passeggiare tra ciò che resta delle sue strutture e dei suoi luoghi di culto.
Chiamato Romanzesu per via del ritrovamento di reperti di origine romana sul luogo, in realtà la sua storia inizia durante l’Età del Bronzo, con i primi popoli che abitarono l’isola, per poi essere riscoperto svariate migliaia di anni dopo nel 1919, durante degli scavi per la ricerca di acqua potabile. Proprio la ricerca della preziosa fonte portò infatti al ritrovamento di un pozzo sacro, quello stesso che utilizzarono gli antichi molto tempo prima. Oggi vedere il suo ingresso dà l’idea che si stia osservando l’accesso ad un luogo magico, una dimensione alternativa fatta di divinità ancestrali, incorniciata da due alberi di sughero piegati dolcemente su di esso. È da qui che sgorgava l’acqua in onore della quale si tenevano riti sacri, e proprio da qui la stessa veniva portata con un canale al vicino anfiteatro.
L’anfiteatro è ancora lì, immerso nel verde della campagna. Proprio qui, grazie al canale che lo collegava alla fonte del pozzo sacro, il pubblico si radunava per assistere ad abluzioni e processi per ordalia, quelli che richiedevano una prova con l’acqua a chi era stato accusato di un crimine.
Oggi, l’unico pubblico perenne che resta sono gli alberi di sughero e gli ulivi, che circondano silenziosi i gradoni come un pubblico che non ha mai smesso di partecipare ad una cerimonia sacra e rituale in onore delle forze della natura. Con i suoi gradoni, ti accoglierà e inviterà a prenderti un momento per sederti e rilassarti in mezzo alla natura, provando a rivivere quelle stesse vicende distanti ormai millenni.
Dove c’è un villaggio poi, ci sono anche le dimore di chi lo ha abitato. Passeggiando per queste rovine sacre, scorgerai i resti delle capanne nuragiche (un centinaio in tutto) che punteggiano i dintorni, molte di loro ancora provviste dei gradoni dove sedevano le famiglie a raccolta e dello spazio per il focolare, posto al centro per riscaldare tutti equamente. Nei loro pressi, troverai quello che oggi è chiamato “il labirinto”. Questo antico edificio, successivo cronologicamente alle capanne e caratterizzato dal susseguirsi di muri vicini fra loro, si pensa in realtà sia stato la capanna del sacerdote, dotata di numerosi vani e corridoi che collegavano i vari ambienti.
Al villaggio appartengono poi i tre templi ancora ben visibili. Uno di questi detto a megaron non potrà che affascinarti per la sua struttura, costituita da due ambienti successivi dotati di altari per le offerte e dove probabilmente era custodito un oggetto rituale o una vasca, come dimostra un vano circolare piuttosto evidente.
Come arrivare
Partendo da Olbia, dirigiti verso sud e lascia la città tramite la SS127, prendendo la prima uscita una volta raggiunta la Rotonda Paule Longa per Loiri/Via Venafiorita. Continua sulla SP24, restando in direzione Via Loiri per circa 37Km.
Arrivato in località Presinsainu, immettiti sulla SS389 di Buddusò e del Correboi a Bitti e procedi in direzione di Buddusò. Attraversa il paese proseguendo sulla SS389 in direzione del Nuraghe Loelle, quindi mantieni la strada per 10Km prima di giungere a destinazione.
Benedetta Piras
Crediti foto:
- ales&ales, CC BY-NC-SA.
- Helga Steinreich, CC BY-SA 3.0
- Portale Sardegna Turismo, CC BY-NC-SA