Il gallurese Marco Scano alla prestigiosa università di Sheffield
Sheffield chiama Italia. Nello specifico la Sardegna e Tempio Pausania. Dove un agronomo, Marco Scano, ha proposto un ambizioso progetto di ricerca alla prestigiosa università inglese per realizzare nel cuore della Gallura un vero e proprio laboratorio di sperimentazione. Per studiare l’adattabilità delle comunità vegetali artificiali al cambiamento climatico. Perché tra trent’anni, secondo alcuni studi scientifici, Londra potrebbe avere il clima di Barcellona, Roma quello di Marrakech. Viene da sé che alcune specie potrebbero scomparire. Da qui l’interesse dei ricercatori dell’Università di Sheffield per gli studi dell’agronomo tempiese, titolare dell’azienda Pratobello.com, che da anni disegna e realizza i giardini più belli della Costa Smeralda e della Gallura.
Scano gira il mondo, Australia e Sud Africa, alla ricerca di specie vegetali che vivano in climi mediterranei simili al nostro e che possano convivere con quelle native. «A patto che non siano invasive» - specifica il ricercatore -. La buona notizia è che molte specie native della Sardegna sono estremamente resistenti al caldo, alla siccità e al fuoco. Ed ecco allora che un giorno i giardini inglesi potrebbero riempirsi di piante di Mirto, di Olivastri, di Lentischio con piantagioni alternative a quelle dei tipici prati. «La problematica di queste piante - ha specificato Scano - è che hanno una fioritura limitata per alcuni mesi dell’anno e da qui nasce l’idea di creare un mix con specie provenienti da altri Paesi del mondo come l’Australia e il Sud Africa. Utilizzando ad esempio la Melaleuca, la Verticordia tra le Mirtacee australi o Bulbose poco diffuse incluse nei generi Watsonia, Aristea, Dilatris col fine di prolungare la fioritura alla tarda estate o persino al periodo invernale».
Il dottorato di ricerca è stato già approvato dalla commissione di accademici dell’Università di Sheffield, tra le più importanti al mondo nell’ambito dell’architettura del paesaggio. «È certamente un grande onore poter collaborare con il professor James Hitchmough tra i precursori della Environmental horticolture e ideatore del progetto \'Woody meadow’ per lo studio di specie australiane che non necessitino di irrigazione e con esigenze manutentive minime. Ora sto preparando qui a Tempio un campo sperimentale - ha spiegato il ricercatore -. che testerà due mix. Nel primo verranno piantate specie esclusivamente mediterranee “native” e il secondo invece sarà ibrido con specie “locali” e altre provenienti da altri regioni a clima mediterraneo soprattutto Australiane e Sudafricane». La sperimentazione durerà per sei anni e i risultati della ricerca saranno illustrati in alcune riviste scientifiche internazionali.
Davide Mosca