Il gatto selvatico sardo, una specie unica
Una specie unica e autoctona di gatto sardo. Sapevate che in Sardegna esiste ancora il Gatto Selvatico? Felino carnivoro, è presente solo nelle zone interne e montuose, nei boschi dell\'Isola. È davvero difficile riuscire a vederlo, quasi impossibile fotografarlo: è una specie elusiva per eccellenza, sia per l\'habitat sia per le abitudini che lo rendono particolarmente schivo con le persone.
Agile e veloce nell’arrampicarsi sugli alberi, non è attivo nelle ore notturne né in quelle in pieno sole: preferisce l’alba e il tramonto, trascorrendo il giorno nella sua tana o nascosto tra la vegetazione. Un po’ come i suoi fratelli domestici. L’ipotesi più accreditata è quella secondo cui questo felino sia stato portato sull’isola dai Fenici. Sembra infatti che il popolo navigatore per eccellenza fosse solito portare sulle proprie navi esemplari di gatti, per proteggere le scorte di cibo dall’attacco dei topi. Il gatto selvatico sardo è ormai presente solo in Sardegna, dove vive al riparo da occhi indiscreti, in un habitat rispettoso della sua natura. Ma nonostante questo, vi sono numerosi fattori di rischio che minacciano la sopravvivenza della specie.
Felis Lybica Sarda
Potrebbe essere una sottospecie del gatto selvatico africano e parrebbe giunto in Sardegna a bordo delle navi fenice.
Ha caratteristiche fisiche in parte diverse da quelle del gatto europeo. In particolare, ha una corporatura leggermente più piccola, dei ciuffi di pelo sulla punta delle orecchie e una minore densità di peli nella zona terminale della coda.
Misura circa 50-70 cm e pesa fino a 3 chili. Il colore del mantello somiglia a quello del soriano: è grigio con strisce più scure. Caccia all’alba e al crepuscolo piccoli mammiferi e rettili, mentre per il resto della giornata rimane nascosto, probabilmente a dormire.
Si riproduce una sola volta l’anno, e la madre si prende cura dei cuccioli soltanto per tre mesi.
Specie rara
È un cacciatore infallibile di vertebrati di piccola e media taglia: topi selvatici, topi quercini e ghiri, uccellini, rettili e anfibi, talvolta anche pernici, lepri e conigli. Molto solitario, una sua caratteristica è l\'abitudine di graffiare i tronchi degli alberi: lo fa sia per affilarsi le unghie sia come segnale territoriale per i suoi simili.
Specie molto rara, difficilmente osservabile, frequenta quasi esclusivamente i boschi, soprattutto di latifoglie, con fitto sottobosco, le zone rocciose montane e i valloni più impervi.
Il bracconaggio è la vera minaccia
La specie è minacciata dal bracconaggio e dall’antropizzazione dei suoi habitat con conseguente possibilità di inquinamento genetico per la presenza di gatti domestici.
Uno dei pericoli maggiori, ovviamente, proviene da noi, che assottigliamo il loro habitat naturale. Un altro fenomeno da non sottovalutare è la convivenza del gatto selvatico sardo con quello comune. Quest’ultimo compete nella caccia, nonostante sia un animale domestico. Questo comporta un particolare svantaggio per il felino selvatico, in quanto si trova a dover competere con un animale sempre in forze, con il pasto assicurato tutti i giorni, e curato se si ammala. Da non sottovalutare è anche il rischio di ibridizzazione, causato dall’accoppiamento tra esemplari domestici e selvatici.
Sibilla Panfili