Il Giramondo di Gallura con ArtStars svela la poetica dell’arte
Molto più che una mostra speciale ARTSTARS si svolge il 19 luglio 2023 nel parco di Villa Rigamonti a San Pantaleo, Sassari: parla della terra sarda con le sue stelle svelando le connessioni con l\'arte di Gigi Rigamonti. L’artista internazionale di casa in Sardegna Gigi Rigamonti sotto le stelle di San Pantaleo apre ARTSTARS, evento organizzato dal MAD diretto da Daniela Cittadini e da Irina Sivakova, per la conduzione di Maria Pintore, giornalista e speaker radiofonica, in partner con lo studio di Bissone, in Svizzera, Irinadarte Gallery. Nel nuovo avvenimento di tre giorni, Gigi Rigamonti apre il suo studio al pubblico, rispondendo a tutte le domande sulla sua creazione, sulla sbalorditiva carriera e sui progetti dell’inarrestabilità del suo talento.
Lo chiamano “il giramondo di Gallura”, è il portavoce dell’arte contemporanea che, non solo con le sue tele ma anche con le sculture, ha profondamente cambiato il mondo della moda, trasformando col suo intervento l’industria della produzione di manichini.
Nato a Desio nel 1949, Gigi Rigamonti diventa maestro della sperimentazione e da autodidatta, dopo una breve esperienza accademica londinese, incomincia a ridisegnare e a modellare manichini nel reparto gessi della fabbrica di famiglia “La Rosa”. L’appuntamento di San Pantaleo, coordinato da Maria Pintore, ideatrice del format radiofonico, “Vincent, tutti i colori dell’arte”, che con Daniela Cittadini ha saputo dare impulso a un circuito di edificazioni e riflessioni nodali per esperti e comunicatori dell’arte, in fluttuanti visioni figurative, trascina lo spettatore tra atmosfere oniriche in cui forma e colore sono elementi chiave. Astrazioni e distanze siderali tra galassie e pianeti, il cielo posato sulla terra e lo sguardo in allontanamento dal soggetto, semplificano ciò che in più occasioni è stato detto da Manuela Gandini, critica d’arte: ” … un percorso articolato che, parte dalla necessità di rendere straordinario l’ordinario… “
Intuitivo e brillante, irrequieto e spiazzante Gigi Rigamonti è il pioniere di un’inedita forma d’arte in cui banali oggetti del quotidiano trovano interpretazioni inattese. Mentre alcuni dei suoi manichini ispirati dai fatti della guerra in Bosnia, trasparenti, con strutture in ferro, scarti metallici e pistole visibili, vengono presentati da Robert Wilson in mostra al Guggenheim di New York, le fonti della sua ispirazione trovano riferimenti nell’arte espressionista, simbolica ed emotiva e nel fauvismo matissiano. Poi, grazie al contatto con alcuni dei più autorevoli nomi della moda, da Dior ad Armani, da Valentino a Versace, da Chloè a Balenciaga, da McQueen a Ferrè la sua fama aumenta in modo esponenziale e la ricerca prosegue feconda, ispirata dall’introduzione di nuovi media che caratterizzeranno la sezione più ampia e importante di tutta la sua produzione artistica: la pittura, che racchiude le fasi più importanti della sua esistenza riassumendole in cinque mondi o periodi, connessi alle personali esperienze di vita, ai nuovi interessi o alle ultime ricerche formali.
Abituato a divagazioni anche ogni sua interazione è anche ibridazione fra temi e iconografie. Trattando gli oggetti come spazi di indagine filosofica, così come ci ha ormai educato nell’osservazione del corpo ipotizzato nel manichino, Gigi Rigamonti interroga su macroscopiche specificità del tempo presente, suggerisce slittamenti. Accoglie potenziali: specificità e verità incarnate.
Anna Maria Turra