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Tradizioni del Natale in Sardegna

text Antonella Brianda

8 Novembre 2024

Il Natale in Sardegna tra riti, leggende e tradizioni

Sa notte ‘e xena, su truncu, sa miss'e puddu: tutte le antiche usanze del 24 e 25 dicembre nell’Isola

Manca poco al Natale: dopo la lunga transumanza nei monti, trascorsa in solitudine con le sole greggi, i pastori ritornano a valle, nelle loro case, dalle famiglie che da tempo si preparano per accoglierli e festeggiare insieme l’arrivo del Natale. Questo ritorno segnava un momento fondamentale non solo per la famiglia, ma per l’intera comunità, che finalmente riunita poteva celebrare Sa Notte ‘e Xena, ossia la notte della Vigilia, in cui, a differenza dei tempi odierni, si consumava un pasto frugale.

Ci si preparava fisicamente e spiritualmente per la giornata del 25 dicembre, quando sarebbe arrivata la vera abbondanza sulla tavola. Il maiale allevato durante l’anno veniva macellato, e con le sue carni si preparavano le prelibatezze che avrebbero arricchito i pranzi e le cene delle festività natalizie e oltre. La sera del 24 dicembre, al rintocco delle campane di mezzanotte, le famiglie si riunivano per Sa Miss'e Puddu, la messa annunciata dal primo canto del gallo, probabilmente legata alla Missa del gall di origine catalana. Era un evento molto sentito, in cui ci si vestiva con gli abiti migliori.

Tuttavia, erano le mura domestiche e il focolare il vero cuore delle festività natalizie sarde. Intorno al caminetto si condividevano buon cibo e racconti: gli anziani narravano storie e leggende ai bambini, che si divertivano con giochi tradizionali come Sa Murra, Su Barralliccu (una sorta di trottola) e Sa Tombula, la tombola. La sera del 24 dicembre il fuoco del caminetto veniva ravvivato con un ceppo di legno, su truncu e’xena, conservato appositamente per l’occasione, che doveva ardere fino all’Epifania. Questo fuoco, che la famiglia si impegnava a mantenere acceso, era considerato un simbolo di buon augurio per salute e prosperità economica. Un vero e proprio rito di unione e condivisione.

Oggi, solo pochi centri in Sardegna mantengono vive queste tradizioni, anche se molte usanze sono ancora tramandate, rendendo il Natale in Sardegna un momento magico. In diverse località come Arzachena, i mercatini natalizi abbondano di stand con prodotti tipici come formaggi, salumi, vini e dolci.

Il calendario delle festività è ricco di appuntamenti: a Berchidda, in Gallura, si celebra Notte de Chelu, con l’inaugurazione, il 14 e 15 dicembre, di otto presepi a grandezza naturale, installati nei rioni del paese. Le vie del centro storico si animano di concerti, degustazioni di piatti tradizionali e mercatini dell’artigianato locale. I presepi, vere opere d’ingegno artistico, restano esposti dal 14 dicembre al 6 gennaio.

I borghi dell’Alta Gallura come Tempio Pausania, Aggius e Calangianus, arroccati sui monti che dominano la costa nord-orientale dell’isola, si animano di incantevoli decorazioni e luci natalizie. Spostandosi dalla Gallura, a Olmedo, nella chiesa romanica di Nostra Signora di Talia viene realizzato un presepe di pane, con le figure della sacra famiglia scolpite nella pasta fragrante. A Bono, invece, si celebra il Presepe in Carrela, dove l’intero paese partecipa alla creazione dei presepi nei vari quartieri. Anche tra le stradine medievali di Bosa si tiene una sfida per realizzare il presepe più bello: bambini e adulti presentano le loro creazioni durante Natale a Bosa tra Arte e Tradizione.

La tradizione del presepe è profondamente radicata in Sardegna e legata al mondo francescano. Nel convento dei cappuccini di Cagliari, i frati allestiscono dal 1948 un presepe meccanico, semplice e intimo, che è molto suggestivo da visitare.

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