Il paradiso naturale di Tavolara preso d’assalto dai cafoni del mare
L’ibrido di Fiordaliso, le Berte minori, i Marangoni dal ciuffo, molteplici specie di delfini, squali, pesci di ogni tipo, delfini e cetacei. Tavolara e l’intera area marina protetta sono uno scrigno di biodiversità senza paragoni. Un patrimonio naturale di inestimabile valore di cui ancora oggi non si ha piena consapevolezza. Una natura che al pari di monumenti e opere d’arte come il Colosseo, David di Michelangelo, Gioconda andrebbero protette, conservate, tutelate, ammirate. E se alle istituzioni spetta il compito di preservarle, ancora oggi c’è molto da fare per convincere turisti e operatori che quei luoghi e quelle specie non sono così scontate e che anzi sono in gravissimo pericolo per azioni umane sconsiderate. E c’è chi quest’estate ha dimostrato come la strada sia ancora piuttosto lunga. Turisti che imperversano a folle velocità con moto d’acqua o gommoni, con yacht che ancorano sulla posiodnia, a volte inseguendo i delfini per immortalare lo scatto perfetto. Ad illustrare i pericoli di questi comportamenti, nel corso di una conferenza congiunta il Direttore Marittimo del Nord Sardegna Giorgio Castronuovo, l’assessore regionale all’ambiente, Marco Porcu, il direttore dell’Area Marina Protetta di Tavolara punta Coda Cavallo Massimo Canu che hanno incontrato i giornalisti per comunicare una nuova e rinnovata sinergia tra gli enti al fine di rendere sempre più efficaci le azioni di tutela dell’Amp nel difficile, ma possibile equilibrio tra fruizione di questo paradiso e tutela ambientale.
«La direzione marittima del nord Sardegna - ha spiegato il direttore Giorgio Castronuovo - ha un territorio di competenza molto vasto, circa 900 chilometri di coste al cui interno ricadono ben quattro aree marine protette e un parco nazionale e quest’anno abbiamo registrato un incremento degli arrivi del 15/20 percento rispetto all’anno scorso per questo il nostro impegno è massimo. Il nostro primo compito è quello relativo alla salvaguardia di vite in mare, ma non meno importante è la nostra azione per la tutela ambientale della Costa e del mare. Per farlo però è necessario un dialogo quotidiano e una stretta collaborazione per rendere fruibile l’area in maniera sostenibile anche alla luce dell’incremento dei diportisti. Dall’inizio dell’estate fino ad oggi abbiamo elevato sanzioni per 50mila euro, ma la nostra azione è volta alla prevenzione e al dialogo per tentare di far comprendere che ci troviamo in un ecosistema delicatissimo».
Presente all’incontro anche l’assessore all’ambiente Porcu che ha dichiarato: «Ci troviamo in una fase nuova di gestione dell’Area marina protetta e la Regione è pronta a dare il corretto supporto tecnico anche per la ricerca e l’ottenimento di finanziamenti e risorse europee. Tra gli obiettivi ci sarò quello di studiare quale sia il limite per lo sviluppo turistico dell’area e non escludo l’idea se necessaria di contingentare il flusso. Per farlo è necessario collaborare e l’incontro di oggi è un ottimo punto di partenza». È stato, poi, il turno del nuovo direttore dell’Amp Tavolara, Massimo Canu: «È fondamentale far comprendere che l’ambiente è un patrimonio di tutti e a tal fine costruire una sinergia per raggiungere il delicato equilibrio tra natura accessibile all’uomo e relativo rispetto. La nostra Amp Tavolara è una perla a livello mondiale, abbiamo un patrimonio di biodiversità con specie che si trovano quasi esclusivamente qui come le berte Minori, i marangoni dal ciuffo, l’ibrido di Fiordaliso. Per quanto ci riguarda stiamo lavorando in questa direzione e presto annunceremo un importante accordo con l’università Bicocca di Milano che metterà a paragone il nostro patrimonio con quello dei Caraibi, ma nel frattempo anche azioni pratiche messe in campo da subito con l’installazione di un cavo tarozzato a 150 metri dalla riva a tutela non solo delle specie marine, ma anche della sicurezza per la balneazione. Cavo installato il 31 luglio e già una volta “tagliato” da ignoti. Dal nostro canto prosegue il lavoro di sensibilizzazione con gli operatori, i fruitori turistici e i pescatori».
Davide Mosca