Il tempio di Antas, crocevia di religioni
Un crocevia di tante genti e diverse fedi, un monumento che ancora oggi sfida gli elementi per restare eretto a guardia della valle in cui riposa, come a volersi far scoprire dai prossimi visitatori per raccontare loro la sua storia.
Ci troviamo nella zona sud-occidentale della Sardegna, nella Valle di Antas tra Fluminimaggiore e Iglesias. Qua, un’area verde sconfinata nasconde tra i suoi boschetti e colline tante testimonianze del passato tutte da scoprire, e Il tempio di Antas è questo e molto di più.
Edificato dai romani sotto l’imperatore Augusto, il tempio oggi visibile era dedicato al Sardus Pater Babai, un guerriero e una guida per i popoli che abitavano queste zone.
La storia del Sardus Pater ha origini ancora più antiche del popolo sardo, ce lo raccontano gli stessi manufatti e iscrizioni presenti nel tempio e risalenti al popolo punico, vissuto in quelle terre intorno al III secolo a.C.
Prima del Pater sardo infatti, il popolo punico venerava Sid Addir, un guerriero e marinaio, padre e guida e dio della virilità, questo i giavellotti, le armi e le sculture di delfini hanno “raccontato” agli archeologi che per primi hanno effettuato gli scavi.
Nel corso del tempo e con l’avvicendarsi di altre popolazioni Sid diventa il Sardus Pater prima e, con i romani poi, il Sardus Pater Babai, mantenendo quel quasi affettuoso nome in lingua sarda alla fine che significa proprio “padre”.
Oggi le tracce di queste successioni sono ancora tutte visibili sebbene solo quella romana torreggi in tutto il suo antico splendore.
È la valle tutta intorno, con i suoi colori e il suo silenzio, a farti dimenticare per un momento della civiltà che hai lasciato diversi chilometri alle tue spalle e a proiettarti in una notte d\'altri tempi, in mezzo a rituali sconosciuti e arcani.
Passeggiando in mezzo alle rovine non è poi così difficile immergersi nei panni di uno dei tantissimi fedeli punici, sardi o romani che millenni fa vi si dirigevano in pellegrinaggio da un insediamento vicino e qui praticavano i loro rituali al padre degli dei. La parte del rito legata al sacrificio del bestiame ce la mostra proprio una roccia calcarea nei pressi della scalinata del tempio, il primo vero nucleo punico dove il bestiame veniva donato alle divinità tramite il fuoco, di cui ancora oggi si notano le bruciature.
Alle splendide colonne di calcare locale invece va il merito di far sentire il visitatore come se si trovasse tra le vestigia dei più famosi monumenti greci o, ancora, come se visitasse i suoi corrispettivi nella città di Roma.
Queste imponenti guardiane risalgono come detto in precedenza al periodo di Augusto e furono poi restaurate dall’imperatore Caracalla. Arrivando nei pressi del frontone ancora oggi torreggia l’iscrizione dedicata all’imperatore: “Imperatori Caesari M. Aurelio Antonino. Augusto Pio Felici templum dei Sardi Patris Babi vetustate conlapsum (…)”.
Superando l’ingresso non resta che immaginare come potesse essere il tempio nel suo periodo d’oro: l’imponente statua del Sardus Pater al centro, la zona dedicata ai rituali nel punto più alto, quasi a voler raggiungere la divinità e due grandi vasche ricche d’acqua rituale (oggi ancora visibili) dove forse i sacerdoti o i fedeli si immergevano.
Ma per comprendere davvero quanto il tempio di Antas potrebbe essere stato importante per le comunità vicine occorre visitare anche il villaggio nuragico a 200 metri di distanza, di cui oggi è ancora visibile la pianta con i basamenti delle case e ciò che resta della necropoli vicina, dove è stata anche rinvenuta la statua di quello che parrebbe essere proprio Sid.
Sono ancora tanti i misteri che aleggiano intorno a questi luoghi, tuttavia chi sarà abbastanza curioso da volerli visitare personalmente scoprirà che anche nel silenzio più totale essi riusciranno a raccontare le storie più belle ed emozionanti.
Benedetta PirasCredits
Galleria verticale
- Shardan - Opera propria - Moneta Sardus Pater Babai con corona piumata e giavellotto
- Di Beckstet - Opera propria
Galleria orizzontale
- Tempio di Antas, dall\'alto. Credits: Maurizio Cossu
- Di trolvag - villaggio nuragico ad Antas
- Di Cristiano Cani from Cagliari, Italia - Tempio di Antas - ricostruzione grafica