Il vento della Sardegna di Mereu a Venezia
Il legame tra Venezia e la Sardegna si fa sempre più intensa quando arriva il momento della Mostra. Il Lido in questi ultimi anni ha ospitato alcune produzioni di nicchia ambientate sull’isola (come l’ultimo film Ariaferma, premiato ai David di Donatello). Nel corso delle Giornate degli Autori quest’anno è stato invece il turno del sesto lungometraggio di Salvatore Mereu, film italiano in concorso. Bentu (Vento) non solo riflette il tema del tempo ma mostra come sia possibile U farlo scorrere senza fretta grazie ai suoi protagonisti (un anziano contadino e un ragazzo).
Dopo Assandira, presentato fuori concorso alla Mostra nel 2020, Salvatore Mereu è tornato con un film che rende giustizia alla pazienza e alla lentezza, oltre a rimettere al centro l’ambiente e le sue dinamiche contro quelle frenetiche del mondo moderno. «Leggendo il racconto di Antonio Cossu che ha ispirato questo film”, afferma Mereu, “ho ritrovato molti dei temi a me cari che ho spesso trattato in passato partendo da altri libri (Sonetaula, Bellas mariposas, Assandira).
Il mondo dell’infanzia prima di tutto, quello del tempo sospeso, della sfida dell’uomo con la natura, del difficile approdo alla modernità quando ci sono i sedimenti di una grande civiltà arcaica che resiste. Ma Bentu è anche la storia di un’amicizia, di una relazione umana, quella tra il vecchio Raffaele e il piccolo Angelino, che matura attraverso l’apprendistato, l’iniziazione, e viene vissuta in condizione di totale isolamento in un luogo e in un tempo dove anche l’arrivo di una trebbia può essere salutato come il passaggio di una cometa».
Il premio a Gianni Amelio
Prima della proiezione del film c’è stata la consegna del Premio SIAE alla carriera a Gianni Amelio, in concorso alla Mostra con Il signore delle formiche. L’autore, così recita la motivazione, «ha forgiato il suo mestiere del cinema attraverso la feconda stagione del cinema per la televisione, ha affinato la sua arte nutrendo il grande schermo di filosofia e letteratura, ha saputo usare la sua arte per affrontare grandi piaghe come la nostra stagione del terrorismo e acceso il dibattito su temi importanti come la disabilità. Con questo riconoscimento celebriamo insieme ad Amelio grandi artisti come Gian Maria Volonté e Leonardo Sciascia, Giuseppe Pontiggia ed Ermanno Rea e a lui chiediamo di continuare la necessaria ricerca del coraggio che caratterizza i suoi personaggi e tanto assomiglia all’Italia di oggi e di domani».
Riccardo Lo Re