Il Vermentino di Gallura su Decanter
Ebbene sì. La Gallura torna su Decanter. Prima è stato il moscato di Sardegna Nùali di Siddùra a entrare di diritto nella lista dei vini del 2020. Oggi è il turno di uno dei simboli di questa regione, il Vermentino, con due pagine davvero esclusive che raccontano per filo e per segno le origini di questo prodotto. Non a caso rappresenta una delle eccellenze gastronomiche galluresi. Eppure, è sempre un’emozione leggere il suo nome in una delle riviste più conosciute del settore. La migliore vetrina per raccontarsi e per mostrare tutti i vini presenti sul territorio, recensiti con dovizie di dettagli da chi conosce il settore a menadito.
Il numero di luglio del Decanter
Sul numero incentrato sull’Italia il Decanter ha deciso di ritagliare uno dei suoi spazi proprio sulla Sardegna e il suo «Great Vermentino», una scelta che si è tradotta in quattro pagine ricche di informazioni sulle caratteristiche di questo vino bianco. Attenzione, però. Non tutti i Vermentino sono uguali. Bisogna essere capaci di distinguere «the island-wide Vermentino di Sardegna» dal «the geographically more specific Vermentino di Gallura». Sono sfumature, potrà dire qualcuno. Ma è ciò che ha resto questa terra unica, attirando nel corso degli anni figure come David Herbert Lawrence, citato per altro dall’incipit del pezzo con una frase di pura poesia: «La Sardegna è un’altra cosa». Il suo libro, Mare e Sardegna, è forse la fotografia più vicina alla realtà dell’epoca, dalla descrizione attenta delle tradizione tipica di un forestiero, alle continue sorprese lungo il viaggio in treno che da Cagliari lo ha portato fino a Tavolara, in Gallura. Una delle tante aree dove si produce il Vermentino, con il suo aroma e il suo equilibro di zucchero e acidità.
Il Vermentino di Gallura, l’eccellenza del vino
La regione ospita tre-quarti della produzione di questo vigneto, con la Gallura ad avere un ruolo di leadership come sottolinea l’articolo del Decanter. Proprio qui si sviluppa uno dei vini più pregiati, il Vermentino DOCG, grazie a una posizione geografica che non si trova in altre parti della Sardegna.
Il terreno è per lo più sabbioso con alcune aree rocciose in granito, ed «è questo l’elemento che lo rende quasi unico tra le regioni vinicole del mondo». In aggiunta ci sono le «variazioni termiche tra giorno e notte che favoriscono la lenta maturazione che conferisce ai vini la loro distintiva varietà di aromi», grazie ai venti che ripetutamente cambiano le condizioni atmosferiche.
Superiore; Passito. La sostanza è che con questa recensione la Sardegna continua a essere al centro della produzione vitivinicola italiana, un riconoscimento che vale per tutte le cantine presenti sul territorio e che devono fare i conti con le sfide del futuro. «In questo momento difficile di ripresa - afferma il presidente del Consorzio di tutela del Vermentino di Gallura DOCG, Daniela Pinna - prendiamo questi elogi al Vermentino di Gallura e ai suoi produttori come uno dei massimi riconoscimenti che ci potessimo aspettare. Dopo tanto lavoro fatto dal Consorzio e dalle sue cantine, si iniziano a raccogliere i frutti – queste le sue parole – che affermano ancora di più la Gallura, sempre più specializzato nella ricezione turistica tutto l’anno, per diventare uno dei territori di eccellenza del vino italiano».
Riccardo Lo Re