Kentannos, la longevità non ha confini
Kentannos è il documentario del regista Víctor Cruz prodotto da Kino Produzioni, uscito nelle piattaforme di Io resto in sala, nato per sostenere le sale cinematografiche indipendenti, e su Chili. La speranza è che questo film venga proposto anche nelle prossime rassegne in programma durante l’estate, nonostante il termine “documentario” metta molta soggezione nel pubblico. Perché sono film come questi a regalare delle vere sorprese, e addirittura di emozionare scaldando gli animi in un periodo piuttosto freddo della vita. L’uscita per altro di Kentannos sembra combaciare perfettamente con il tema degli anziani che più di altri sono stati colpiti da questo momento critico della storia, ed è bello pensare che questa visione, d’ora in avanti, restituisca il giusto peso alle persone che ci sono state accanto, e che continuano ad esserlo, seppur molto lontani.
Pura vida!
Víctor Cruz da questo punto di vista decide di partire dalla Costa Rica, un luogo esotico, primordiale, dove però la vita scorre senza guardarsi indietro, come l’acqua che accarezza i bordi della natura. Colpiti dalla magia della foresta, l’autore mostra uno dei primi anziani presenti nel film, intento a lavarsi sfruttando lo scrosciare del fiume. Nello stacco successivo si comincia a intravedere la prima storia, quella di Panchita, di 101 anni, a cui hanno chiesto il segreto della longevità. La dieta, lo stile di vita? «Solo Dio lo sa», dice Panchita. Ma questo ha un prezzo a lungo andare: la perdita della forza, della forza, dell’equilibrio. Eppure, l’«appetito», come sottolinea scherzosamente la figlia, non l’è mai mancato insieme allo humour, un’accoppiata vincente che le ha permesso di vivere al meglio delle sue capacità. Il terzo motivo sono i figli, anche loro sulla soglia dei cent’anni (sorprendente, vero?), ma mai un limite per andare a trovare la madre. Limiti invece che la povera figlia cerca di imporre al padre Pachito, di 98 anni, che vuole ancora sentirsi un cowboy come nei classici spaghetti western all’italiana, sopra il suo cavallo.
Volare! In Sardegna
Il lungo viaggio di Kentannos tra le zone blu del Pianeta si ferma a Villanova Strisaili, in Sardegna, la Regione dove tutto è nato. La ricerca delle Blue Zones partì da due studiosi, Gianni Pes e Michel Poulain, i quali identificarono nelle aree della Barbagia, di Nuoro e Seulo i posti con la maggiore concentrazione di centenari. In questo film i dati e la genetica centrano fino ad un certo punto. Víctor Cruz è interessato a raccontare le loro storie, come quelle di Antonio, di 93 anni, e di Adolfo, di 92, pronto a festeggiare il suo compleanno con parenti e amici del paese. Il regalo più bello se lo farà lui stesso, inseguendo un sogno non ancora realizzato. Il desiderio è di pilotare un aereo volando intorno alla sua terra, con le sue tradizioni e i suoi ricordi passati ancora impressi nella sua mente.
Okinawa, Giappone
Il volo prosegue, e termina a est, sulla soglia del monte Fuji, dove si trova l’altra grande zona blu mostrata da Kentannos. Sempre di isola si tratta, ma in questo caso a colpire di Okinawa è l’approccio con cui il regista racconta la storia di Tomi, con i suoi 93 anni. Si nota una certa distanza e una delicatezza nel descrivere il suo momento di lutto, mentre al contrario quando si tratta di mostrare la gioia nei volti degli anziani impegnati nelle danze la telecamera si avvicina, guardandoli negli occhi e mostrando il loro sorriso. Questo è solo uno dei tanti punti in comune di questi tre capitoli di Kentannos, che spiega quanto sia necessario mantenere il più possibile intatti quei legami sociali che non solo hanno portato la società a svilupparsi nel tempo, ma che ci hanno reso più umani. L’elisir di lunga vita sta nelle piccole cose, nei sogni che ci rendono felici, insieme.
Riccardo Lo Re