La collezione genderless di Maison Margiela
“Che noia la semplicità! Spesso sono proprio le cose di cattivo gusto le più divertenti”. – John Galliano
Provocatorio, iconoclasta e seduttivo. John Galliano, che piaccia o meno, è un genio nel fiutare le nuove tendenze e nel rielaborare i codici stilistici del passato mescolandoli con audacia e irriverenza. Il designer inglese è oggi direttore artistico di Maison Margiela, brand del gruppo OTB di Renzo Rosso, e si conferma più che mai un visionario interprete dei mood più attuali, sapendo scandalizzare ma anche far riflettere con messaggi forti che utilizzano la moda per esprimere i nuovi modelli di sessualità.
Un mondo difficile, dipinto a tinte forti, emerge dalla sfilata Maison Margiela per la Primavera Estate 2020, dove crocerossine hardcore si mescolano e confondono con militari arrampicati su stivali di vernice nera dai tacchi alti, citando l’abbigliamento del tempo di guerra in chiave high tech. Il confine fra i generi è annullato e la sfilata co-ed assume il ruolo di spartiacque fra ciò che era e ciò che sarà, in un crossover temporale che non può lasciare indifferenti.
Soprabiti forati, copricapo a bustina, gilet in stile college si alternano ad abiti di ispirazione clericale; modelli si vestono da marinaretti con pregiate giacche di panno blu e velette spiritose spuntano da berretti militari; ma anche impeccabili sahariane e shorts couture con sbuffo posteriore di gusto barocco fanno convivere contraddizioni e provocazioni. Sono capi che nascono “dalla conversazione tra passato, presente e futuro”, e mettono d’accordo pantaloni e abiti strapless, trench in pelle e giacche utility, che si declinano in tante nuove forme, senza dimenticare cappe e abiti da sera.
Su tutto domina un unico fil rouge, l’unisex, che trova un’esplicita affermazione nella borsa Snatched, proposta in vari formati, dai macro ai micro, confermando l’attenzione del designer per le icone di un mondo liberato dagli stereotipi.
Il defilè tratteggia una processione a tratti inquietante a tratti ironica, con abiti che vanno al di là della mera funzionalità e si dimostrano vessillo di una dimensione a se stante, fedele ai valori della Maison. Il messaggio della sfilata è un monito a non ripetere gli errori del passato, complici modelli e modelle che si trasformano in un esercito di creature atemporali. Con un coraggio creativo capace di far storcere il naso a molti benpensanti, Galliano chiede alla moda di spingersi oltre il buon gusto tradizionale e di accettare le diversità anche se l’effetto può essere disturbante.
“Storie di speranza, eroine e liberazione vengono dimenticate mentre la storia si avvicina sempre di più alla ripetizione” si legge nella nota della collezione. L’ideale gender, in grado di unire maschile e femminile, è sempre stato una nota distintiva del lavoro di Galliano, che ha assunto giovani collaboratori per lavorare sul concetto di fluidità sessuale associandolo non solo allo stile dei capi ma anche al modo in cui i tessuti vengono tagliati ed elaborati.
Nathalie Anne Dodd
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