La fondazione One Ocean Foundation per la tutela dell'oceano
La nostra intervista a Riccardo Bonadeo, presidente della Fondazione e per molti anni commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda
Provate a immaginare la bellezza e la ricchezza di un pianeta bagnato ovunque da acque limpide e pulite. Un pensiero certo stimolato dalla meraviglia del mare che lambisce la costa nord della Sardegna. Non a caso One Ocean Foundation è nata dalla volontà dello Yacht Club Costa Smeralda. A raccontaci di più di questa importante realtà impegnata nella tutela dell’oceano è Riccardo Bonadeo, presidente della Fondazione e per molti anni commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda.
Come è nata la volontà di dar vita a One Ocean Foundation?
L’idea è nata in seguito al grande successo ottenuto da un Forum internazionale sul tema della tutela del mare e del nostro legame con esso, che organizzammo a Milano in occasione del 50° anniversario dello Yacht Club Costa Smeralda, nel 2017.
Quali sono gli strumenti principali della Fondazione?
L’attività della Fondazione si articola su tre principali filoni. Il primo filone è quello della consapevolezza e dell’educazione, attraverso attività ed eventi, come il Summit Young e la One Ocean Week Milano. Poi ci sono le iniziative di carattere ambientale, come le ricerche nel canyon di Caprera (da quest’anno il secondo Hope Spot riconosciuto da Mission Blue in Italia), No Plastic in the Ocean e Blue Forest, un grande progetto internazionale dedicato alla tutela delle foreste marine, una delle nostre attività di punta grazie alla quale in Liguria abbiamo già ripristinato 400 m2 di foreste marine e piantumato oltre 10.000 talee di Posidonia oceanica, una pianta dallo straordinario valore ambientale. Il terzo filone è rappresentato dalla blue economy, a cui si legano progetti come l’Ocean Disclosure Initiative, il primo sistema di linee guida per supportare le imprese nel prendere coscienza delle loro pressioni sugli ecosistemi marini.
Piccole ma importanti attenzioni alla portata di tutti?
Insieme al nostro comitato scientifico abbiamo creato la Charta Smeralda, una guida con ‘i 10 comandamenti’, che includono il minimizzare l’uso di risorse naturali e dell’acqua potabile quando non strettamente necessario, favorire il riciclo e la raccolta differenziata, e mettere in atto le buone pratiche suggerite per ridurre al minimo le fonti di inquinamento, a partire dalla manutenzione e pulizia della barca.
Che mondo ci aspetta se cominciamo a prendercene cura?
Il celebre fotografo Sebastião Salgado, che ha documentato la bellezza ma anche il degrado del nostro pianeta, sostiene che l’umanità ha raggiunto una soglia di non ritorno. L’obiettivo della Fondazione è confutare questa profezia nefasta e per farlo occorre spiegare l’interdipendenza tra la vita umana a quella dell’oceano. Quello che non si considera abbastanza è che occuparsi della salute del nostro ecosistema è fondamentale dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico, se si pensa quanto le risorse naturali siano importantissime per lo sviluppo di molte imprese.
Un suo importante ricordo legato al mare?
Quando rientrando in condizioni estremamente difficili dalla famosa regata Fastnet nel 1979, dove gareggiavo a bordo di una delle tre barche italiane presenti, ci imbattemmo in un’enorme massa di plastica raggrumata. È stato l’evento che forse più di tutti ha segnato l’inizio del mio impegno per la protezione del mare.