La Magia degli Amuleti, Umbria e Sardegna unite dalla storia
Due regioni lontane ma estremamente legate da un filo rosso chiamato storia. È questo è il focus della mostra “La Magia degli Amuleti. Umbria e Sardegna vicine o lontane? Collezionismo e archeologia”. Un’esposizione in programma fino al 20 giugno al centro Giovanni Lilliu grazie alla partnership tra Fondazione Barumini e il due istituzioni come il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio.
La mostra nasce proprio dalla volontà presentare i materiali sardi presenti in Umbria. Oggetti di inestimabile valore che sono custoditi all’interno del Muso archeologico nazionale dell’Umbria e dalla Soprintendenza dell’Umbria. La nascita di questa esposizione è dovuta a decenni di scambi e relazioni tra due aree.
Lo scopo de La Magia degli Amuleti è di creare un gemellaggio tra Sardegna e Umbria all’insegna della storia. Lo dimostra l’intero allestimento, curato da Caterina Lilliu, Andreina Ghiani, Gianfranca Salis, Tiziana Caponi, Dorica Manconi e Fulvia Lo Schiavo, e rappresentato dalla navicella nuragica del Trasimeno, scoperto nel 2007 durante dei dragaggi nel lago Trasimeno, a San Feliciano di Magione (Perugia).
Questo reperto in bronzo rispecchia interamente l’idea che sta alla base della relazione tra le culture nuragica e umbra. Il visitatore potrà materiali antichi di diversi generi. Oggetti che spaziano nel mondo dell’archeologia nuragica, dagli amuleti e all’importante collezione di Giuseppe Bellucci, lo studioso di spicco della società perugina dell’Ottocento (scomparso nel 1921) che ha contribuito a creare tutto questo patrimonio disponibile al centro Giovanni Lilliu. C’è poi lo spazio dedicato all’antica corrispondenza epistolare che proprio il Bellucci scambiava con il Canonico Spano.
«La mostra rappresenta un altro tassello fondamentale all’interno del nostro progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico e artistico sardo. In sintonia con la nostra apertura al Mediterraneo, ci inseriamo in un sistema di connessioni, unendo realtà distanti legate da una storia comune e dalla ricca eredità di antiche civiltà», ha affermato Emanuele Lilliu, presidente della Fondazione Barumini.
Riccardo Lo Re