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La mia Iliade, il libro postumo di Mario Trudu
25 Gennaio 2021

La mia Iliade, il libro postumo di Mario Trudu


Un passaggio di emozione viene dedicato dalla Camera Penale di Oristano al libro La mia Iliade di Mario Trudu, eterno ergastolano scomparso nel 2019. Riflessioni sul passato di isola-prigione dell\'Asinara tra ergastolo, diritto, giustizia e speranza individuano il carcere, se pure dismesso alla fine del secolo scorso, come il simbolo di una nuova liberazione.



La storia di Mario Trudu


Alcune vite sono davvero sospese fra dolore e speranza, in una distanza infinita fra reato e pena; è il caso di Mario Trudu, pastore che ottiene l’ergastolo ostativo, una reclusione ininterrotta senza possibilità di permessi, definita “la pena di morte in vita”. Nato ad Arzana, detenuto da 41 anni, dopo esser stato rinchiuso nelle carceri di Spoleto e poi in quelle di San Gimignano, solo nel 2017 viene trasferito a Oristano, nell’istituto penitenziario di Massama.



Ed è proprio la Camera Penale di Oristano a sensibilizzare un pensiero che interroga il concetto di fine pena. Proprio con un evento pensato al penitenziario dell’Asinara che, con la sola presenza nell’intera isola, rende impossibile scacciare la memoria della tortura che lì vi si è praticata. Ne nasce un convegno pilota che ha dato vita a una riflessione declinata su più piani. Da una parte la trasposizione teatrale del libro di Trudu, con voci corali e canzoni di Piero Marras, dall’altra l’E-book DPU, diritto penale e uomo, Il tempo della pena: vite sospese, che raccogliendo le relazioni dei numerosi esperti, fautori del convegno, insiste su dignità umana e responsabilità collettiva.



Il libro La mia Iliade


Nei lunghi anni in carcere Trudu aveva studiato e ottenuto il diploma e aveva scritto, molto. Tutto viene da lui documentato, prima della sua morte, anche nel suo libro La mia Iliade, dal sottotitolo un’Odissea di 40 anni ad inseguire la vita. Disegni della sua casa, la sua campagna, il suo paese, il paesaggio nel quale è cresciuto diventano suggestivi esempi di uno strazio minuzioso. Dalla prigione riesce ad evocare pietra per pietra e, come per sentirne la materia, Trudu sfoglia un giorno di reclusione dietro l’altro mentre la malattia lo bracca. Aveva scritto al giudice con la richiesta di essere fucilato in piazza. Ovviamente la pena di morte non prevista nella nostra Costituzione non scalfisce la contraddizione che sta nella realtà, né l’aggressione di una patologia – si legge nella perizia – complessa e di non facile gestione, incompatibile con il regime carcerario; ed è questo il punto di partenza della riflessione che la Camera di Oristano vuole lanciare quando, col patrocinio del Parco Nazionale dell’Asinara, definisce il convegno L’isola liberata.



Il convegno L’isola liberata


Diritto, emozione e compassione si fondono nella storia del dolore degli uomini privati della libertà. A un anno dalla morte di Mario Trudu, ritenuto tra i responsabili di due sequestri di persona finiti tragicamente, prende forma la straordinaria portata di una giustizia penale che non vuole subire l’inganno del tempo e che profila una promessa: dare senso al tempo che scorre dentro, ma anche fuori dal carcere. In una nuova scommessa si lavora affinché sia breve e sensato quello che viene definito tempo utile. La sfida pionieristica del convegno diventa far luce sui contenuti di un percorso che tende al cambiamento, puntando alla risocializzazione e al recupero. Riparare con un’idea di giustizia che si fermi di fronte all’impetuosa forza di vite interrotte da condanne tardive, intercessioni mancate o giunte quando la condizione esistenziale non è più la stessa e l’uomo è ormai altro da quel che era e dal suo reato.



Anna Maria Turra


Credits

Immagine di copertina


  • damir-spanic unsplash


Foto


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  • sinitta-leunen unsplash


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