La migliore arte sarda in mostra a Oristano
Lo sforzo è stato ripagato dalla risposta e l’apprezzamento dei visitatori. A pochi giorni dalla sua inaugurazione, infatti, la mostra dal titolo “De Insula, Antologica dall’ottocento al contemporaneo”, allestita al Museo Diocesano Arborense di Oristano, ha registrato un’ottima affluenza di persone. Non poteva essere altrimenti per un’esposizione unica nel suo genere che offre la possibilità di compiere un lungo viaggio attraverso l’arte sarda dal 1800 fino ai giorni nostri. Ben 149 artisti, tra i più importanti esponenti del panorama artistico sardo, esposti con oltre trecento opere che comprendono un corpus di tele, sculture e ceramiche di altissimo livello. L’iniziativa è stata promossa dall’Arcidiocesi di Oristano, dal comune di Oristano, dalla Fondazione Oristano e dal Museo Diocesano Arborense. Il percorso che è stato allestito e curato dalla direttrice del Museo Diocesano, Silvia Oppo e da Antonello Carboni, ha potuto fare affidamento sulla passione, l’amore e l’intelligenza di innumerevoli collezionisti privati che nel tempo sono diventati preziosi custodi di opere uniche capaci di raccontare e abbracciare ben centosessant\'anni di storia della Sardegna attraverso i costumi, i volti, le forme immortalate in un dipinto, in una scultura, in una ceramica, in un’installazione.
Edina Altara, Giuseppe Biasi, Antonio Ballero, Maria Lai, Pinuccio Sciola, Costantino Nivola, Mauro Manca sono solo alcuni dei grandi nomi presenti che dialogano attraverso le opere con artisti contemporanei come Roberto Fanari, Silvia Mei, Claudio Pulli e Maria Jole Serreli e molti altri che rappresentano il futuro artistico dell’Isola. Tutto ha un’inizio e una fine e nel percorso cronologico pensato dai curatori l’inizio coincide con il ritratto di una signora, firmato da un grande maestro, che rappresenta quel clima rarefatto tipico delle luci dell’Ottocento che lasciano spazio, poi, con le altre opere al racconto dei cambiamenti culturali e sociali delle varie epoche che si sono succedute.
L’inizio del ‘900 in Sardegna rappresenta sicuramente una svolta con un ceto borghese che cerca di affermare il proprio prestigio anche commissionando le opere ed è per questo che in questo clima cominciano a proliferare botteghe d’arte, mostre e sale espositive che ritagliano spazi sempre più importanti per gli artisti del secolo precedente come Ballero, Melis Marino, Rossino, Giuseppe Biasi o come Ciusa che ha rappresentato un vero e proprio ponte tra quel passato e il nuovo movimento rappresentato da Edina Altara, Stanis Dessy o Federico Melis. Queste e molte altre affascinanti storie si potranno scoprire visitando questa splendida mostra che rimarrà in programma fino al 30 di giugno prossimo, tutti i giorni dalle 17 alle 20, eccezion fatta per i sabato e le domeniche quando il museo aprirà le porte anche al mattino dalle 10 alle 13. Il biglietto di ingresso è unico e comprende anche l’ingresso nelle Pinacoteca Comunale Carlo Contini che ospita molte altre opere.
Davide Mosca