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7 Ottobre 2019

La rivoluzione ecologica passa per il sughero gallurese


Sostenibilità ambientale, economia circolare, tutela del mare, plastic free. Parole che rimbalzano da un capo all’altro della terra e che fotografano il preoccupante stato di salute del pianeta. In Gallura questa rivoluzione ecologica è in corso da anni, grazie alla produzione del sughero.



«Questo materiale naturale è un prodotto nobile estratto da querce che si rigenerano autonomamente ed è riciclabile al 100 percento. Ciò spiega il rinnovato interesse delle aziende operanti nel settore della moda, quindi scarpe, borse, vestiti e costumi, del design, come arredo e mobili, e dello sport» commenta il presidente della sezione sughero di Confindustria Nord Sardegna, Giuseppe Molinas.



Ecco così le prime tavole da surf in sughero, prodotte in Sardegna e che stanno già incontrando notevole successo. «Per noi la sostenibilità non è uno stile, ma una costante. Ogni tavola viene laminata con una bioresina e la sua struttura portante è costruita con il sughero, un materiale duttile ed elastico comprato in Gallura» spiega Alessandro Danese, general manager di Alterego.



Attualmente, il sughero sardo alimenta un giro d’affari di 150 milioni di euro l’anno, per un mercato che rappresenta il 90 per 100 della produzione italiana. Il 70 percento è destinato al settore enologico per i tappi e il rimanente trenta ad altri utilizzi come la coibentazione nel campo dell’edilizia.



Il cuore di questa produzione batte proprio in Gallura, tra Calangianus, Tempio Pausania e Berchidda, dove sono concentrate le aziende più grandi, e i mercati di riferimento sono l’Italia, la Francia, gli Stati Uniti e oggi anche la Cina, che esprime una forte richiesta di tappi di sughero di alta qualità.



«Possiamo contare su 8mila ettari di sugherete e su un mix di tradizione e innovazione che hanno consentito di creare occupazione nel nostro territorio per circa ottocento persone, di realizzare un distretto del sughero, una scuola di specializzazione per meccanici e chimici, un museo e un centro sperimentale per la ricerca a difesa delle foreste» prosegue Giuseppe Molinas.



«Inoltre, sono stati installati due impianti green di cogenerazione vapore ed energia che consentono di coprire il fabbisogno energetico del polo produttivo di Calangianus e di risparmiare oltre 300mila tonnellate di combustibile fossile. Il sughero può essere oltretutto un’attrattiva turistica importante per conoscere come operiamo, ma anche per scoprire questo territorio ricco di foreste, nuraghi, tombe di giganti e ulivi millenari» conclude Molinas.


Davide Mosca

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