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2 Ottobre 2019

La Sardegna alla conquista dello spazio


C’è una foto che ha fatto innamorare i sardi. L’ha scattata l’astronauta Luca Parmitano direttamente dallo spazio. Si vede la Sardegna circondata da un mare che riflette lo splendore abbagliante del sole. Un omaggio a una terra che in campo aerospaziale sta compiendo passi da gigante.



Basti pensare che ultimamente nell’Isola numerosi scienziati si sono messi al lavoro per sviluppare tutte quelle tecnologie che un giorno porteranno l’uomo nuovamente sulla Luna e per la prima volta su Marte.



Merito del Dass, il Distretto aerospaziale Sardegna, una società consortile fondata nell’autunno del 2013 e composta da 5 soci pubblici e 24 privati. Una realtà nata con l’obiettivo di promuovere, sviluppare e diffondere la ricerca scientifica e tecnologica applicata naturalmente al settore aerospaziale. Per questo il Dass mette a sistema tre infrastrutture, una civile e due militari: il radiotelescopio di San Basilio, che è il più grande in Europa, l’aeroporto di Decimomannu e il poligono interforze del Salto di Quirra.



«Il Dass sta crescendo sempre di più. Sta infatti emergendo un concetto piuttosto chiaro. E cioè che queste tre infrastrutture rappresentano delle unicità nel territorio italiano e che il loro utilizzo consente di raggiungere obiettivi molto importanti per l’intero sistema Paese» spiega Giacomo Cao, il presidente del Dass, professore ordinario della facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari.



Nato sotto l’egida della Regione Sardegna, il Dass sta portando avanti una importante serie di progetti. Per esempio a Capo San Lorenzo, all’interno del poligono del Salto di Quirra, nel 2017 è stata avviata una attività unica in Italia: il test del secondo stadio del lanciatore Vega, ribattezzato Zefiro 40, su iniziativa dell’azienda aerospaziale italiana Avio spa, che opera nel campo dei lanciatori e della propulsione applicata ai sistemi di lancio.



Inoltre si stanno gettando le basi di un progetto capace di fare del Dass un punto di riferimento in Italia per il monitoraggio delle rotte satellitari dei cosiddetti detriti spaziali.



«Ma c’è anche da dire che il Dass è forse l’unico distretto italiano a detenere proprietà intellettuali che si riferiscono all’esplorazione dello spazio profondo. Per questo in Sardegna adesso si stanno sviluppando le tecnologie per l’esplorazione dei suoli di Marte e della Luna» aggiunge Cao.


Un sistema, quello del Distretto aerospaziale, che acquisisce sempre più importanza a livello nazionale e internazionale e che nel giro di neanche sei anni è riuscito a superare importanti traguardi. «A fronte di risorse regionali pari a poco più di 11 milioni di euro siamo stati in grado di attrarre e vedere approvati progetti per un valore di oltre 50 milioni di euro» sottolinea con orgoglio Giacomo Cao. Investimenti, ricerche e risultati che fanno della Sardegna una regione capace di affermarsi anche come terra di attrazione per l’intero settore dell’aerospazio.


Dario Budroni

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